Addio a Remo Giordani, l’ingegnere del federalismo

MANTOVA Cordoglio a Mantova per la scomparsa del dottor Remo Giordani, deceduto all’età di 89 anni. Giordani, già dirigente industriale in pensione, fu un autorevole esponente nella Lega Nord degli anni Novanta, allorquando si avvicinò alla politica non solo come espressione della Storia ma anche del pensiero filosofico, appassionandosi al federalismo: concetto di stato che riteneva potesse adattarsi meglio all’Italia .
Nato a Pianoro di Bologna nel 1932 da padre ferroviere e madre casalinga decisi a sostenere forti sacrifici per emancipare i figli, Giordani si laureò a pieni voti in chimica industriale col premio dell’Associazione industriali di Bologna per la miglior tesi. Da lì il primo lavoro a Porto Marghera e dopo alcuni anni il trasferimento al petrolchimico di Mantova.
Il matrimonio con Milena Azzali, la nascita dei figli Paola e Riccardo, ora ingegneri, e una svolta successiva nella carriera, lo portarono a lavorare (project management) nell’industria metalmeccanica prima in Sicilia e poi in Arabia Saudita e Iran per diversi anni.
Giordani è sempre stato animato da una passione per la lettura e per lo studio che non lo ha mai abbandonato inducendolo a raccogliere una significativa biblioteca di migliaia di volumi che spaziavano dalla filosofia, alla storia e alle discipline scientifiche. Grande passione e unico difetto “i libri”, come soleva dire sempre sua moglie, «perché mai in altro sperperò tanto quanto in libri».
Sempre e fino alla fine, lo ha animato una curiosità profonda per tutte le branche del sapere, sconfinando pure nella psicoanalisi grazie alla vicinanza col fratello (“freudiano” e già docente universitario a Bologna).
Così Giordani recò il proprio contributo federalista alla Lega di Mantova, ove fu eletto più volte in segreteria, estendendo liberamente il confronto in altri ambiti politico-culturali della città e della provincia; ivi comprese le ricerche sull’ebraismo e sull’Italia risorgimentale.
I funerali si svolgeranno domani alle 10, presso la chiesa di Santa Maria del Gradaro.
Celestino Dall’Oglio