Agguato a sprangate, stazionarie ma disperate le condizioni del 35enne aggredito

MANTOVA – Restano al momento disperate ma stazionarie le condizioni di Pierfrancesco Ferrari, il 35enne di San Giorgio rimasto vittima, assieme all’amico albanese poi deceduto due giorni dopo, del brutale pestaggio a colpi di spranga perpetrato ai loro danni tra giovedì e venerdì scorso nel piazzale della Favorita. Stando agli ultimi bollettini clinici infatti, il ragazzo, ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Carlo Poma, si troverebbe ancora in coma farmacologico nonostante nella giornata di ieri i medici abbiano provato ad interrompere la sedazione per appurare se vi fossero segnali di miglioramento. A livello neurologico sarebbe stata infatti accertata una, seppur minima, attività cerebrale con il paziente che avrebbe risposto agli stimoli muovendo lievemente una gamba e un braccio. Sul fronte delle indagini invece, su cui viene mantenuto il più stretto riserbo da parte degli inquirenti, non si registrano al momento novità. Gli investigatori stanno passando al setaccio tabulati e celle telefoniche nonchè le telecamere di videosorveglianza della zona dell’aggressione. Assodata ormai l’ipotesi dell’agguato teso ad un regolamento di conti ha preso corpo, alla luce anche del cartello intimidatorio – “al sangue si risponde col sangue” – rinvenuto dai carabinieri lunedì lungo la rotatoria di via Melchiorre Gioia, della faida tra fazioni rivali, la cosiddetta “vendetta del sangue” di matrice albanese. Questa mattina intanto è prevista l’autopsia da parte della medicina legale di Trieste sul corpo di Atilio Ndrekai, il 23enne albanese morto sabato scorso a seguito dei gravissime ferite riportate al capo. Compito dell’esame autoptico stabilire il numero dei colpi inferti e il tipo di arma usato.