Furto da 15mila euro nella casa di un conoscente, coppia di coniugi assolta

MANTOVA – Erano accusati di aver messo a segno un furto in abitazione ai danni di un conoscente, all’epoca dei fatti ricoverato in ospedale. A processo per una vicenda risalente all’agosto 2016 e occorsa a Levata di Curtatone, era finita una coppia di coniugi residente a Lunetta, Antonio Gironda e Morena Madella, rispettivamente difesi dagli avvocati Maria Cristina Tarchini e Luca Faccin. Nella fattispecie il furto era stato scoperto in seguito alla segnalazione di un’amica della persona offesa che ogni due-tre giorni andava a casa sua per dar da mangiare ai suoi animali (cani e gatti), visto che lui per motivi di salute era stato costretto in un ospedale per alcuni mesi. La donna aveva infatti trovato una finestra forzata e l’abitazione messa a soqquadro. I ladri, scoprirà il proprietario qualche giorno dopo, al rientro dall’ospedale, si erano portati via oggetti di valore per un bottino complessivo di circa 15mila euro. A inguaiare i coniugi era stato infine un ispettore di Polizia, escusso in istruttoria come testimone, che aveva incrociato, alcune sere prima la denuncia del furto, i due nei pressi dell’abitazione svaligiata, una villa isolata in fondo a uno stradello senza uscita. In tale circostanza, stando al quadro accusatorio, i due avevano chiesto al poliziotto se fosse vero che il padrone dell’abitazione era deceduto. I due se n’erano quindi poi andati ma l’ispettore insospettito aveva annotato il numero di targa della Chrysler Voyager su cui viaggiavano i due. Pochi giorni dopo aveva saputo del furto dallo stesso proprietario, nel frattempo dimesso, e aveva quindi fatto controllare la targa del veicolo sospetto, che aveva portato a un uomo di Lunetta che aveva prestato la sua Chrysler alla coppia. Dalla successiva perquisizione domiciliare non era stata trovata traccia delle refurtiva ma erano stati sequestrati dei mozziconi di sigaretta della stessa marca di quelli trovati nel giardino della casa derubata. Ieri l’epilogo giudiziario della vicenda con la sentenza di assoluzione, per non aver commesso il fatto, emessa nei confronti degli imputati dal giudice Arianna Busato, a fronte della riscontrata mancata certezza della loro colpevolezza.