Allarme Peste suina africana: Confagricoltura Mantova chiede interventi risolutivi

MANTOVA «Pretendiamo che vengano messe in atto misure forti e risolutive, che finora sono mancate. Il tempo dell’attesa è finito». Questo, per bocca del presidente Alberto Cortesi, quanto chiede Confagricoltura Mantova al Governo sulla Peste Suina Africana, rilevata in Italia all’inizio dello scorso anno e da allora in continua e allarmante espansione sul territorio nazionale. Ad oggi la malattia è presente in Piemonte, Liguria, Lazio, Campania e Calabria. A livello nazionale, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha scritto ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per mettere in atto «tutte le azioni utili ad arginare, contenere ed eradicare la PSA, e che queste siano una priorità del Governo per fronteggiare questa emergenza nazionale». «Ad oggi – precisa Cortesi – l’attuazione delle misure è stata disomogenea nelle diverse realtà regionali, determinando una frammentazione degli interventi e una loro mancanza di uniformità di applicazione che hanno provocato l’espandersi dei casi di positività nei cinghiali in aree sempre più diffuse, con una minaccia concreta al sistema degli allevamenti suinicoli che non possiamo più accettare». La PSA, ricorda l’ufficio tecnico di Confagricoltura Mantova, determina per le aziende suinicole il rischio di essere incluse in zone di restrizione, con danni derivanti dall’abbattimento e distruzione dei capi allevati e dal fermo di produzione, con conseguenze anche per il prodotto destinato alle Dop della salumeria, in primis Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele. Soltanto le mancate esportazioni di carni suine e salumi italiani verso i paesi terzi valgono 20 milioni di euro al mese. «Chiediamo – conclude Cortesi – che vengano quanto prima messe in atto azioni di depopolamento del cinghiale in tutta Italia, e che si garantisca un’adeguata capacità di intervento finanziario per la compensazione di tutti i danni subiti dalle aziende suinicole nelle zone di restrizione».