MANTOVA Quasi non ci si fa più caso sui giornali, tanta è la documentazione che produce disservizi sulla tratta ferroviaria che collega Mantova con il capoluogo amvrosiano. Ma anche ieri sono state una valanga le proteste che sono pervenute dai pendolari provenienti da Milano, che hanno dovuto subire i consueti incomodi per via di guasti al materiale rotabile o ad altro, non ben precisato, inconveniente.
Da segnalare, i 70 minuti di ritardo del convoglio partito da Milano già con quasi 40 minuti di sforamento. Il treno 2177 delle 18.20 è rimasto fermo sul binario quasi mezzìora, prima di muovere le ruote. Ma non per molto. Già infatti alla stazione di Codogno lo stesso treno è rimasto fermo sui binari altri 19 minuti prma di rimettersi in movimento. «Una cosa inaccettabile – tuona Andrea Bertolini, referente provinciale dell’Utp, il sindacato dei pendolari –. Il fatto grave è che ormai Trenord non dia nemmeno comunicazione ai passeggeri delle ragioni di quel ritardo, ammesso che possano essere di consolazione a un pubblico di utenti che paga regolarmente per servizi “regolarmente irregolari”. È una situazione insostenibile. Hanno messo persino in circolo i vecchi treni “Vivanto” che avevano dato problemi sin dalla loro inaugurazione. Ma portare queste rimostranze in Regione all’assessore Terzi equivale a scontrarsi contro un muro di gomma».