Antenne telefoniche, cresce la richiesta dei gestori

MANTOVA  Un regolamento già c’è, ma attiene alle disposizioni nazionali e regionali in materia di emissioni elettromagnetiche, con particolare riguardo verso quelle prodotte dai ripetitori dei gestori della telefonia mobile. Il Comune ha deliberato nel frattempo di porre ulteriori paletti affinché non vengano salvaguardate solo le aree cosiddette sensibili (ospedali e scuole soprattutto) ma anche tutto il comprensorio urbano, laddove un accumulo di impianti potrebbe sortire situazioni di criticità. «Ad oggi – spiega l’assessore all’ambiente Andrea Murari – di criticità vere e proprie non ne abbiamo censite, ma data l’alta richiesta di installazioni da parte dei gestori della telefonia mobile, abbiamo creduto doveroso dotarci di un nuovo regolamento per prevenire possibili situazioni di accumulo di onde elettromagnetiche su tutto il territorio cittadino». Il disposto già passato per il vaglio della giunta arriverà in commissione ambiente il prossimo 29 giugno, prima di andare al voto definitivo dell’aula consiliare. Un atto che consta di una mappatura generale dell’esistente, con definizione delle aree sensibili e più vulnerabili, ma che mette in conto anche i risci provenienti dalle nuove e crescenti richieste di antenne da parte dei gestori. Come argomenta nel dettaglio lo stesso assessore, annualmente l’amministrazione riceve numerose richieste di installazioni; e proprio allo scopo di prevenire e ridurre gli impatti elettromagnetici il Comune ha deliberato un nuovo regolamento che vorrebbe andare a tutela di tutti i residenti, non solo delle scuole o degli ospedali. «Questo aggiornamento è stato reso necessario non solo per l’esistente, che pure non evidenzia criticità – p r o s eg u e Murari –, ma soprattutto per evitare che nel futuro possano crearsi. Nel caso, non solo abbiamo posto dei limiti, ma abbiamo prodotto anche soluzioni alternative laddove le richieste dei gestori della telefonia mobile non potessero essere soddisfatte nei siti da essi indicati per evidenti ragioni di accumuli di elettromagnetismo», conclude Murari.