Aperture nei festivi: no dai sindacati

MANTOVA Non cessa la protesta dei dipendenti di molti esercizi commerciali che anche quest’anno hanno deciso di usufruire del “decreto Monti” che consente di poter tenere le saracinesche aperte anche nelle festività comandate. Una misura anti-crisi, nelle intenzioni del legislatore, che nondimeno sottrae a questa larga fascia di lavoratori la possibilità di restarsene in famiglia… come tutti. Da qui la protesta dei sindacati uniti, che acconsentono di farsi collettori della protesta: Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs -Uil hanno diramato ieri una nota congiunta promettendo sostegno a quei lavoratori costretti ad accettare tale decreto, magari dietro il prevedibile ricatto occupazionale del datore.

«Per l’ennesimo anno – recita il comunicato dei sindacati – migliaia di lavoratori del commercio non potranno passare le prossime festività laiche e religiose coi propri cari, perché moltissime attività commerciali resteranno aperte. Il decreto “Salva Italia” del governo Monti che ha previsto la liberalizzazione selvaggia degli orari commerciali non ha portato né a un aumento occupazionale e né ha rilanciato i consumi, ma ha solo peggiorato le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori».
Da tempo, proseguono i sindacati, «ci battiamo per una seria regolamentazione delle aperture degli esercizi e per rivendicare il diritto dei lavoratori del commercio di poter trascorrere con le proprie famiglie alcuni giorni dell’anno. Regolamentazione peraltro promessa da tempo e a gran voce dal governo, ma che non è ancora avvenuta».

Da qui l’invito a godere delle festività «ribadendo ancora una volta che né la legge, né il contratto nazionale di lavoro prevedono l’obbligo della prestazione lavorativa. In caso di pressioni da parte dell’azienda invitiamo i lavoratori a rivolgersi ai propri rappresentanti sindacali oppure alle sedi sindacali territoriali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil», conclude la nota.