MANTOVA La Basilica Palatina di Santa Barbara accoglie lo storico e scrittore Michael Ignatieff e la scrittrice e poetessa Kapka Kassabova intevistati dal giornalista Luca Misculin. Il tema è l’Europa, ma non nella solita visione banale e idealizzata, bensì vista da una prospettiva laterale, sia ideologica che geografica, i Balcani. Ignatieff provoca il pubblico, additandolo come il vero autore del mancato compimento del progetto di integrazione insito nell’istituzione dell’Europa e del suo allargamento, fermatosi bruscamente nel 2013, con l’annessione della Croazia. I Balcani non vengono percepiti come Europa, così come non lo è nemmeno l’ Ucraina, che sta combattendo anche per noi e per la nostra libertà. Dobbiamo essere noi i primi a pensare all’Europa come un’unica nazione, solo in questo modo sentiremo come nostri anche i problemi presenti nelle nazioni più orientali, che rappresentano in modo sia ideale che concreto il vero confine con il resto del mondo. Kassabova racconta di come ha vissuto con estrema rabbia ed amarezza la quasi totale indifferenza che i paesi dell’Europa “ricca” hanno manifestato nei confronti dei Balcani durante la dolorosa guerra degli anni ‘90. Pur essendo vicinissima a noi, è stata vista come qualcosa di lontano, che non ci riguardava direttamente. Si è trattato di una cecità generale e voluta. Da un punto di vista psicologico, i Balcani vengono percepiti come “il lato oscuro” dell’Europa. Risulta sicuramente più facile e comodo respingere ciò che è diverso e difficile, piuttosto che cercare di creare un’identità collettiva. Culturalmente non è stato fatto un lavoro di avvicinamento e integrazione. Ignatieff è stato per diversi anni il rettore della Central European University a Budapest, durante i quali ha dovuto combattere contro il regime autoritario del leader politico ungherese Viktor Orban. Purtroppo l’università si è vista costretta ad un trasferimento a Vienna, ma lo scrittore canadese ha visto nelle manifestazioni in piazza nella capitale ungherese, una grande forza di volontà da parte delle persone. Come poter cambiare rotta a quello che sta accadendo in tutta Europa? Per Ignitieff la risposta sta nella democrazia. Solo attraverso di essa si potrà fare in modo che i regimi totalitari non abbiano la meglio nella determinazione del futuro dell’Europa. Kassabova aggiunge alla democrazia, a cui crede molto poco, l’idea stessa di giustizia sia ambientale che umana. Nell’amore per la cultura e per la terra che abitiamo, possiamo trovare la vera chiave per poter arrivare ad un ambiente carico di giustizia e di amore. In un luogo così non ci sarebbe posto per i conflitti, ma solo per la pace e l’armonia.