Bollino blu ai locali? Si crea un’inutile discriminazione

MANTOVA La spunta blu per essere valorizzato come locale “eccellente”… per l’uso gratis del bagno. La proposta dell’amministrazione comunale di dotare di “bollino blu” i pubblici esercizi che permettono l’utilizzo dei propri servizi igienici senza gravare sullo scontrino, ha fatto alzare più di un sopracciglio.
«Si deve sapere che la Corte di Cassazione ha deciso qualche anno fa che i pubblici esercizi non sono obbligati a fornire i servizi (igienici) quando il cliente non consuma – parole di Mattia Pedrazzoli, delegato alla presidenza pubblici esercizi Confesercenti Mantova – i locali sono obbligati solo quando c’è la consumazione. Ma in realtà questo è un servizio che già la nostra categoria offre… chi ha mai negato, soprattutto a bambini o anziani, di usufruire gratuitamente dei servizi igienici nei propri locali? Anzi. È quotidiana la richiesta che a Mantova ci troviamo ad affrontare. E lo ammetto: brontoliamo quando ci troviamo a rispondere a queste richieste perché i nostri servizi non sono bagni pubblici e li dobbiamo pulire e gestire noi. Sarebbe normale che chiunque capisse che l’utilizzo di un servizio legato al locale andrebbe pagato, anche solo come prezzo simbolico, di buona educazione».
E continua, citando le parole del vicesindaco Giovanni Buvoli «Il bollino blu lo trovo un altro elemento per mettere in concorrenza i locali…che non ne hanno bisogno. E per il paragone con la grande città: il nostro capoluogo, per l’amministrazione vigente, quando fa comodo, a volte è New York, altre… San Cataldo. Mantova non è una grande città, è una città a misura d’uomo che questa amministrazione vuole improntare con una connotazione fortemente turistica. E in quest’ottica i servizi pubblici aperti, con un orario full time, sono una delle caratteristiche dell’accoglienza, per la comodità del turista. Dunque, ci vuole poco per una ricetta adeguata, anche se siamo consapevoli che le risorse vanno trovate. I bagni pubblici, aperti e funzionanti, sono la base per una città turistica: ripristiniamo quelli che c’erano prima (ad esempio, piazza Lega Lombarda o piazza Teofilo Folengo) e allunghiamo l’orario di quelli già esistenti». E ne sanno qualcosa i bar nel cuore del centro storico, nelle vicinanze dei servizi pubblici di via Goito, subissati della domanda “c’è il bagno?” da turisti speranzosi…perché gli orari di apertura dei sopracitati servizi pubblici sono da “part-time”. E c’è un vecchio esercente che ci fa notare un particolare: i bagni pubblici di via Goito sono gestiti da Aster. La stessa Aster che in questi giorni ha ricevuto un finanziamento comunale di 24.000 euro per la “sorveglianza” di Parco Te fino a fine anno… che si somma ai 50.000 euro stanziati per l’inaugurazione. «E non trovano i soldi per fare dei bagni pubblici operativi a tempo pieno?».
Antonia B.Baroni