Comunità energetiche, soluzione contro la crisi per il 60% dei cittadini

MANTOVA – Le comunità energetiche rinnovabili contro la crisi. Un semplice slogan o un concreto aiuto contro il rincaro delle bollette? Al termine della presentazione di ieri al Mamu del report di Fondazione Symbola, gruppo Tea e Ipsos, le perplessità rimangono. A fronte di una forte domanda di comunità energetiche rinnovabili (Cer), il 60% tra i cittadini e il 56% tra le imprese – e su entrambi i target una quota consistente, il 19%, si dichiara molto propenso – gli investimenti e i tempi di realizzazione rimangono però i principali ostacoli.
«Le maggiori aspettative riguardano la transizione ecologica e il risparmio sulla bolletta energetica, prioritaria per i cittadini così come l’indipendenza energetica – ha spiegato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos -. Il 40% delle imprese ha strategie in essere, mentre il 17% è molto scettico e ritiene possa essere solo una strategia di marketing. L’opportunità maggiore è il risparmio, motore prevalente per andare in questa direzione, mentre le maggiori criticità rimangono gli investimenti economici, la conoscenza delle normative e il cambio di mentalità». L’attesa è per il decreto attuativo in materia da parte del Mise. “In assenza del decreto – ha sottolineato via streaming Raffaele Cattaneo, assessore regionale ad ambiente e clima, collegato in streaming – non abbiamo potuto utilizzare 22 milioni di euro.
Le comunità energetiche sono lo strumento decisivo per la transizione, entro il 2030 contiamo di averne dalle 3.000 alle 6.000 sul nostro territorio. Nei prossimi otto anni possono portare a una riduzione del consumo energetico del 35% e a un raddoppio delle fonti rinnovabili, puntando sul fotovoltaico». Il mantovano si prepara dunque a fare rete: lunedì prossimo è prevista un’assemblea tra i sindaci dei 64 comuni della provincia. «Non vorrei che il decreto attuativo, che aspettiamo da troppi mesi, sia bloccato da qualche player più che dalla politica – ha affermato il presidente della provincia Carlo Bottani -. L’iter delle comunità energetiche non è né semplice né veloce. Stiamo scontando i troppi no detti negli ultimi trent’anni di politica in termini di innovazione, dalle trivelle, ai termovalorizzatori e rigassificatori». Molto realistico anche l’intervento del sindaco di Mantova Mattia Palazzi: «Siamo in una fase di difficoltà da cui possono nascere opportunità. Dobbiamo studiare e organizzarci per dare una direzione a questa fase e anche per ricostruire un patto tra stato e cittadini che si sentono solo consumatori. Energia solare ed eolica hanno grandi potenzialità ma fanno fatica a decollare. Serve un cambio di passo da parte di tutti gli attori decisionali coinvolti. Lo spazio di crescita per le rinnovabili esiste, però da sole non risolvono il problema energetico, serve un mix tra rinnovabili, fossili e nucleare di quarta generazione. Fare più rinnovabili inoltre si scontra con resistenze sociali e blocchi burocratici. C’è infine bisogno di un equilibrio tra bonus e incentivi, tra sostenibilità ambientale ed economica per evitare quanto accaduto con il bonus 110% che ha drogato il mercato e fatto impennare i prezzi».
Tea ha il compito di organizzare il territorio. «Ci candidiamo per essere un polo attrattivo verso questo fenomeno che non risolverà il problema energetico ma contribuirà ad abbassare i costi dell’energia – ha dichiarato Massimiliano Ghizzi, presidente gruppo Tea -. Ricordiamo il consorzio che si è costituito nell’Oltrepò che porterà benefici a 72mila abitanti». Si terrà a Mantova il prossimo seminario estivo di Symbola, come ha anticipato il presidente della Fondazione Ermete Realacci, secondo cui «le Comunità Energetiche Rinnovabili sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica e il caro bollette».