Con “Ragazzi selvaggi”, Luca Azzolini torna alla letteratura per i più giovani

MANTOVA – ll titolo del libro è “Ragazzi Selvaggi”, la casa editrice De Agostini, l’autore l’ormai lanciatissimo scrittore mantovano Luca Azzolini, che dopo il successo della trilogia “Romulus”, edita da Harper Collins e ispirata alla serie televisiva dal vasto seguito, è tornato alla letteratura per i più giovani, cui da sempre è assai legato e che intende portare avanti come parte integrante della sua attività. Dopo l’esito di “Romulus”, Azzolini è ora impegnato in altre ricerche, sempre alla base del suo lavoro, per elaborare soggetti originali indirizzati a produzioni per il piccolo schermo. Ma “Ragazzi Selvaggi” rappresenta una parte davvero rilevante del suo percorso narrativo: “Si tratta di una vicenda vera, raccontata attraverso tre punti di vista: io, lui e loro. Tema al centro della cronaca è il bullismo, ma quello di 25 anni fa. Quando, cioè, la parola nemmeno esisteva, il concetto non era preso in considerazione e anche nel settore scolastico erano assenti i mezzi per contrastarlo. Parlo delle lunghe estati degli anni 90, del nostro lento fiume. E di uno scherzo, destinato a finire in tragedia. Ho voluto esternare questa testimonianza, anche se è stato molto faticoso, perché basta aprire i social per notare quanti fatti gravissimi accadano ogni giorno”. Anche se nel tempo non era mai maturata in Luca l’idea di tradurre questo ricordo in libro: “Per me si trattava di una storia, che mi venne in mente durante un incontro con gli studenti. Notavo che tra le classi e anche all’interno dei vari gruppi c’erano dinamiche sopite, quindi iniziai a raccontare questo episodio vero. E la situazione cambiò, perché catturai subito l’interesse dei ragazzi, muti al termine del mio intervento. Allora ho pensato che fosse urgente trasportare l’accaduto in un’opera letteraria. E trascriverla in modo sincero e crudo. Con il colpo di scena finale, che è una forte botta emotiva. Credo sia stato utile per me, per mettere un punto e andare avanti, così come mi auguro possa aiutare altri ad accettarsi per quello che sono, a capire che nessuno è sbagliato.
Difficile è anche trattare il punto di vista delle bulle e dei bulli senza giudicare, cercando di capire i motivi del loro comportamento, frutto di una mancanza, di un vuoto che solo con la prepotenza può tentare di essere colmato. Facendosi sentire”. Oggi con risultati anche più seri rispetto al passato, perché tutto è più veloce, basta un “clic” per condividere qualsiasi esperienza: “Purtroppo le azioni attualmente diventano immediatamente visibili e altrettanto repentine sono le reazioni delle vittime, che a volte non hanno neppure la capacità di chiedere sostegno. Anche per questo, con la casa editrice, ho messo a punto un progetto per portare tale argomento nelle scuole, a tre differenti fasce d’età, con approcci diversi”.