Corneliani, il Cda salutato dallo sciopero, per i sindacati serve metter mano ai soldi

MANTOVA – La proprietà deve mettere mano al portafoglio e senza alcuna condizione. È questa l’ultima parola delle Rsu e dei sindacati confederali verso il Cda della Corneliani che si riunirà oggi con un “saluto” simbolico di 4 ore di sciopero del personale, come del resto era stato prefigurato mercoledì subito dopo il tavolo del Mise.
Quanti soldi ci si aspetta che la proprietà metta nelle casse dell’azienda? Più o meno, 1 milione e mezzo. Una cifra, questa, che consentirebbe di potere procedere in scioltezza nella produzione in corso e nelle consegne degli ordinativi, oltre che nella predisposizione dei campionari autunno-inverno. L’astensione dal lavoro è pertanto ritenuta strategica: fino all’ultimo si aspettava il rinvio del Cda, e non arrivando sarà nuovamente sciopero e presidio durante il tavolo della dirigenza.
«Se il consiglio di amministrazione di venerdì 29 gennaio non verrà rinviato, come richiesto da noi e dalle Istituzioni al tavolo di oggi, confermiamo la mobilitazione nella giornata di venerdì tesa ad “accompagnare” i lavori del Cda di Corneliani. Il tavolo di crisi presso il Ministero si riaggiornerà invece nella giornata di lunedì 15 febbraio», avevano annunciato infatti Rsu, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.
Insomma, la preoccupazione dei sindacati e dei lavoratori è che venga meno la proverbiale benzina al motore produttivo, il quale rappresenta la carta più spendibile nella trattativa in corso per la cessione dell’azienda all’offerente  Marco Boglione, titolare di BasicNet, anch’egli presente al tavolo del Mise dell’altro ieri. Il lume di speranza che si è acceso con l’ingresso sulla scena di un potenziale acquirente ha necessità di essere alimentato dall’attuale proprietà per poter rendere appetibile la maison di via Panizza, alla quale il tribunale di Mantova ha accordato venerdì scorso la proroga di 90 giorni (il massimo consentito) per trasformare il concordato in bianco depositato l’estate scorsa in un concordato in continuità.