Da vittima a imputato e ora anche smemorato: a giudizio per la rissa fra estremisti

MANTOVA All’udienza dello scorso febbraio c’era stato il colpo di scena: a colpire un militante del centro sociale Dordoni di Cremona, secondo un testimone sentito in aula, non era stato un militante di CasaPound, come sostiene l’accusa, ma un compagno dello stesso centro sociale. Ieri a parlare al processo che vede tra i 17 imputati anche un mantovano, è stata la moglie di Emilio Visigalli, 52 anni, mezzo accoppato di botte nella rissa del 18 gennaio 2015; la donna ha detto che suo marito ha riportato delle lesioni permanenti tali che non ricorda nulla di quell’aggressione. Di sicuro in tutta questa storia c’è che il 52enne è stato mandato in coma da qualcuno durante i disordini scoppiati dopo il derby tra Cremonese e Mantova. Una partita di calcio ”ad alto rischio di incidenti” che secondo gli inquirenti sarebbe stata presa a pretesto e usata come cortina fumogena per una sorta di regolamento di conti tra estremisti di destra e di sinistra. Non per niente dalle indagini che seguirono a quei sanguinosi scontri, era emersa la totale estraneità delle due tifoserie, che pure non si amano, e l’intera vicenda era stata così collocata in area politica con il coinvolgimento di frange estremiste. Dalle indagini che erano seguite erano state arrestate 18 persone. Di queste ne sono finite a processo 17; 12 per rissa aggravata e lesioni aggravate, due per tentato omicidio. Tra gli imputati del processo che si sta celebrando a Cremona c’è anche il mantovano  Gianluca Rossi, 29enne di Villa Pasquali, militante del centro sociale Dordoni, che a suo tempo era finito agli arresti domiciliari. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Visigalli insieme ad altri due antagonisti, Michele Arena e Alberto Birzi, aveva teso un agguato a Gianluca Galli, leader cremonese di CasaPound. I tre si erano presentati nel piazzale vicino allo stadio dove quel giorno si giocava Cremonese-Mantova, armati di spranghe e avevano fatto scattare l’aggressione. Galli, che era stato colpito alla testa, si era difeso riuscendo a disarmare Visigalli che sarebbe stato preso a sua volta a sprangate dallo stesso Galli e da Guido Vito Taietti, altro militante di CasaPound, accusato con Galli di tentato omicidio. Accusati invece di lesioni gravi sono Emilio Visigalli con Arena e Birzi. A giudizio ci sono anche Jonathan Carnesella, Andrea Romagnoli e Filippo Esposti per il Dordoni, mentre gli imputati di CasaPound sono Matteo Bassanetti, Michael Gorini, Andrea Visigalli, Rubens Rubini, Lorenzo Ranelli, Riccardo Scandolara, Alessandro Piacentini e Stefano Zaffanella. Per tutti l’accusa è rissa aggravata. Con l’udienza di ieri si è chiusa la fase dibattimentale del processo. Il prossimo 11 giugno inizierà la discussione.