Dal dopo Covid dimezzati i posti: il dormitorio parla in arabo

MANTOVA Un servizio sociale prevalentemente invernale, quello fornito dall’Aspef come azienda comunale che gestisce il dormitorio di via Ariosto. I dati sull’andamento delle persone regolarmente ospitate nella struttura emergono da alcuni accessi agli atti richiesti dai consiglieri comunali di minoranza per monitorare un fenomeno legato alle nuove e purtroppo crescenti povertà. Ma i numeri forniti dagli addetti parlano chiaro: il dormitorio “parla arabo”, e ben poco viene utilizzato dai cittadini mantovani in particolare, o italiani in genere.
Alla data odierna risultano essere 20 in tutto i soggetti che hanno chiesto e ottenuto di trovare ricovero nelle ore notturne. Di essi 19 sono di nazionalità marocchina ed uno soltanto italiano.
Ma il dato più rilevante è dato dalla stagionalità della fruizione della struttura, che durante i mesi freddi raggiunge e supera la capienza massima, per poi svuotarsi all’arrivo dei primi soli. Come dire che il caldo svuota anche il dormitorio. Nei mesi invernali, e poi anche durante l’emergenza covid, erano in 45 (dato del gennaio scorso) gli ospiti fissi, e addirittura i servizi sociali del Comune, per fronteggiare una richiesta ancora maggiore si era dotato di due container.
Terminata l’emergenza, il numero si è ridotto a 23, ma tre di essi si sono immediatamente trasferiti in altre città. Restano in 20 ad oggi stabilendo la permanenza record degli occupanti (superiore ai 365 giorni), come dire ospiti fissi.