MANTOVA – Dovrà comparire davanti al gup il prossimo 17 novembre per difendersi con rito abbreviato dall’accusa di evasione fiscale. È quanto stabilito ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari Matteo Grimaldi nei confronti di Emma Marcegaglia rinviata a giudizio in qualità di legale rappresentante della società Albarella srl, con sede legale a Gazoldo degli Ippoliti, circa una presunta evasione dell’Iva per circa 800mila euro. L’imputazione, a carico dell’ex presidente di Confindustria, era stata formalizzata dalla Procura di via Poma a seguito di un’indagine effettuata prima dalla Guardia di Finanza di Chioggia, e poi da quella di Mantova, circa il controllo delle dichiarazioni dei redditi relative a quattro anni, dal 2015 al 2018. All’imprenditrice virgiliana nella fattispecie è contestato l’utilizzo di fatture emesse da un’altra società, la Alba Tech srl con sede a Chioggia, in provincia di Venezia. Fatture, sempre secondo gli inquirenti, relative ad operazioni soggettivamente inesistenti per lavori di pulizia e depurazione eseguiti sull’isola di Albarella, un’oasi verde tra la laguna del Delta del Po e l’Adriatico, da parte di Alba Tech, società che però, secondo le accuse, non avrebbe avuto né le attrezzature né i capitali per eseguire gli interventi. Per questo, sempre secondo la Procura, sarebbe entrata in scena l’Albarella srl, vale a dire per ottenere un vantaggio economico confacente al non dover pagare direttamente i dipendenti. La società della Marcegaglia, sempre secondo la Procura, poteva assumere direttamente i dipendenti, ma avrebbe invece preferito rivolgersi all’Alba Tech la quale ha quindi emesso le fatture comprensive di Iva. Fatture pagate, i cui importi erano poi stati trasferiti sui costi con recupero dell’Iva. Per la società di Chioggia potrebbe venire altresì contestata anche l’interposizione illegale di manodopera. Un’ipotesi accusatoria questa respinta in toto dalla difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Sergio Genovesi, secondo cui «la procura contesta un appalto, quello assegnato dalla Albarella srl alla società di Chioggia Alba Tech nel 2007 ma, da una parte, la Guardia di Finanza non aveva rilevato scorrettezze sull’appalto e dall’altra, l’Agenzia delle Entrate, aveva ritenuto tale appalto valido e non simulato».