Finto dentista a processo anche per furto di energia elettrica

MANTOVA Secondo la pubblica accusa avrebbe esercitato la professione medica di dentista, nonostante l’assenza di un idoneo titolo di studio, oltre ad essersi reso anche responsabile dell’indebita sottrazione di energia elettrica da un contatore condominiale. Per i reati di esercizio abusivo di una professione e furto aggravato era così finito a giudizio nel 2019 R.B., un 69enne originario di Moglia ma residente nel capoluogo virgiliano. Nello specifico i fatti a lui contestati, per entrambi i capi d’imputazione, risalgono al periodo compreso tra l’agosto del 2015 e il luglio del 2016. Stando a quanto addebitatogli dalla procura l’uomo, ufficialmente diplomato odontotecnico, avrebbe preso a praticare abitualmente nell’appartamento coniugale e in epoca successiva alla separazione dalla propria moglie, la professione di dentista pur non essendo laureato in odontoiatria. In particolare, come documentato in atti, prestando attività professionale a cifre decisamente modiche, rispetto ai tariffari standard della categoria medica in questione. Ad esempio, come occorso il 16 febbraio 2016, praticando ad una donna un’otturazione provvisoria, per la quale la stessa aveva corrisposto la somma di 20 euro; altro caso quello constato, sempre in tale data, nell’incapsulare ad altra cliente tre denti nell’arcata inferiore con relativa panoramica e successive visite di controllo. Pratiche fuorilegge da cui era poi conseguita l’indagine dei carabinieri di Mantova, i quali, a seguito di perquisizione domiciliare, avevano provveduto a sequestrare tutto il materiale e i medicinali da lui utilizzati senza idonea abilitazione nell’esercizio della pratica odontoiatrica, tra cui oltre a un fantomatico diploma rilasciato da un’università messicana anche alcune ricette mediche a firma dello stesso sedicente dentista. Per quanto attiene invece la denuncia per furto di energia elettrica questa era stata presentata dal proprietario dell’immobile di via Semeghini, ove il 69enne era rimasto a vivere anche dopo la fine del proprio matrimonio. A fronte infatti della disdetta da parte della moglie delle utenze dell’alloggio in cui era rimasto però il marito, questi aveva ovviato al problema allacciandosi abusivamente alla corrente condominiale. Con l’ammissione degli elementi probatori, davanti al giudice Antonio Serra Cassano, si è quindi aperto l’altro ieri, il processo instaurato a carico dell’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Medola, e aggiornato per l’avvio della fase dibattimentale al prossimo 14 luglio.