MANTOVA Carcere a vita confermato anche in Cassazione per Giampaolo Dall’Oglio, il 67enne ex operaio dell’Aipo originario del Mantovano accusato di aver ucciso, il 23 novembre 2017 a Villanova di Reggiolo, il proprio vicino di casa, il 31enne Francesco Citro. Il giovane autotrasportatore era stato freddato davanti alla moglie e ai due bimbi piccoli nel suo appartamento di via Papa Giovanni XXIII all’interno della palazzina denominata “Corte Agnese”. L’imputato era stato condannato all’ergastolo sia in primo che in secondo grado di giudizio. All’uomo erano contestati anche i reati incendio doloso e tentato omicidio degli altri familiari (moglie e due bimbi piccoli) e di un ospite. Il movente dell’omicidio, secondo i carabinieri che avevano indagato sulla vicenda e lo avevano arrestato dopo sette giorni dal delitto, era da ricercare in rancori covati da anni per futili motivi di vicinato tanto che, qualche ora prima dell’omicidio, Dall’Oglio aveva anche dato fuoco all’autovettura della vittima. L’imputato aveva esploso contro la porta della vittima almeno quattro colpi di pistola ad altezza d’uomo; colpi che avevano ucciso il giovane autotrasportatore di origini calabresi. L’imputato, che aveva scelto il rito abbreviato, si era sempre proclamato innocente, dicendo di non c’entrare nulla nè con l’omicidio nè con l’incendio dell’auto di Citro avvenuto qualche ora prima del delitto. L’arma del delitto non era mai stata trovata. Fondamentale fu la testimonianza, contro il 67enne, dell’allora compagna, che quella sera era in casa con lui e che raccontò al sostituto procuratore Valentina Salvi di averlo visto prendere l’arma e salire le scale, dei problemi di vicinato, del fatto che fosse un uomo violento. Dall’Oglio in tale circostanza disse che la donna aveva voluto incastrarlo.