Intascava la caparra e spariva, truffatore seriale condannato

MANTOVA Il modus operandi da lui adottato era sempre il medesimo e, a conti fatti, decisamente ben collaudato e remunerativo: dopo aver pubblicato un annuncio su un sito internet specializzato in compravendita di veicoli usati – oppure altresì tramite contatto diretto – provvedeva a farsi consegnare dagli stessi interessati all’acquisto dell’auto proposta un corposo anticipo, per poi sparire nel nulla senza fornire informazioni circa la consegna della vettura. Con l’accusa di truffa aggravata e continuata, era così finito a processo un 43enne di origine campana residente a Curtatone. I fatti a lui ascritti, e oggetto di apposito procedimento penale, risalivano nello specifico al periodo agosto-ottobre 2018, anche se le denunce a proprio carico, da parte delle varie persone offese, erano continuate a fioccare pure negli anni seguenti. Stando all’ipotesi inquirente dunque un vero e proprio truffatore seriale celatosi dietro il paravento di legale rappresentante di una ditta individuale di intermediazione nella compravendita di auto usate e di importazione, con sede a Curtatone e ufficio nel capoluogo virgiliano. Sei, in questo preciso caso di specie le vittime appurate del raggiro, tutte costituitesi a giudizio come parti civili: due mantovane e quattro residenti in altre province italiane e “agganciate” tramite annuncio online sul sito “Autoscout”. Sempre uguale, come detto, il copione della truffa perpetrata con oggetto del desiderio dei malcapitati costose Bmw o Audi di seconda mano proposte a prezzi vantaggiosi: in un caso, ad esempio, dopo aver convenuto con un 60enne padovano la vendita di una Bmw X3 semi nuova d’importazione (con soli 4.500 chilometri) alla cifra di 44.500 euro spalmati su tre tranche, si era fatto consegnare dal potenziale acquirente tramite bonifico bancario, dapprima 6mila euro, a titolo di caparra e quindi 29.300 euro. Prima di ricevere dalla propria vittima il saldo però, secondo un piano ben preciso, si era reso di fatto irreperibile, non fornendo nessuna informazione all’acquirente e soprattutto senza mai provvedere a consegnare allo stesso l’auto. A conclusione dell’istruttoria dibattimentale l’imputato, riconosciuto colpevole dei reati a lui addebitati, è stato quindi condannato dal giudice Gilberto Casari alla pena di un anno e tre mesi di reclusione.