MANTOVA Sette segnalazioni riguardanti strutture sanitarie private presenti nel Mantovano sono state inoltrate dai carabinieri del Nas di Cremona all’Ats Val Padana per lo sforamento delle tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie ambulatoriali. È il bilancio relativo al territorio della nostra provincia di un’attività di controlli effettuati a livello nazionale nei mesi di luglio e agosto dai militari del Nas di concerto con il Ministero della Salute. L’attività ha interessato presidi ospedalieri e ambulatori delle aziende sanitarie, compresi gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché le strutture private accreditate, con lo scopo di accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (Pngla), stilati per assicurare un corretto accesso alle prestazioni fornite dal Servizio sanitario pubblico. Nel territorio di competenza dei carabinieri di Cremona non sono emersi casi di rilevanza penale, ma comunque una serie di irregolarità che hanno portato a segnalazioni all’autorità sanitaria di riferimento, in questo caso Ats Val Padana. Complessivamente le segnalazioni dei carabinieri per la Tutela della Salute (Nas) hanno riguardato i dirigenti di 16 presidi ospedalieri, 2 cliniche e 4 strutture sanitarie private accreditate, dislocati tra le provincie di Mantova, Pavia e Cremona. Sette di queste segnalazioni sono partite da Mantova e hanno tutte riguardato strutture sanitarie private. In particolare è emerso che queste strutture private non rispettavano i tempi d’attesa previsti ella gestione delle agende di prenotazione e nelle tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie ambulatoriali. Nello specifico gli sforamenti hanno riguardato soprattutto le prestazioni di classe B (breve), che vanno eseguite entro 10 giorni dalla data di prescrizione da parte del medico. Un termine che non sarebbe stato rispettato in maniera pressoché sistematica dalle strutture segnalate. La giustificazione più frequente sentita dai carabinieri del Nas al riguardo è stata quella della difficoltà nel reperire personale medico. I militari hanno rinviato i diretti interessati agli uffici di Ats Val Padana con i quali dovranno ora fare i conti. Tra i possibili provvedimenti ci sono sanzioni amministrative, ridiscussione dei contratti di accreditamento fino alla sospensione della convenzione tra l’istituto privato e l’ente pubblico con cui è stato sottoscritto.