Lotta al Covid: vaccini che non arrivano e conti che non tornano

MANTOVA Vaccini che non arrivano e conti che non tornano. La situazione è questa a Mantova come in tutta la Lombardia, dove il piano vaccinazioni continua ad incagliarsi. La scorsa settimana al Poma erano stati consegnati due vassoi per un totale di 2340 dosi di vaccini Pfizer, sufficienti a coprire il fabbisogno per il richiamo degli operatori sanitari, rinviando di cinque giorni circa i richiami per i vaccinati delle Rsa. Per oggi, martedì 9 febbraio, era però previsto il ritorno a una fornitura di 3500 dosi (e anche qualcosa di più) di vaccino Pfizer e l’invio di un numero non precisato di vaccini Moderna. Sembra invece che oggi arriveranno i “soliti” due vassoi con 2340 dosi, mentre di Moderna non ci sono per ora notizie certe così come di una fornitura di vaccino AstraZeneca, inizialmente prevista non prima di marzo. L’indicazione arrivata dal Pirellone riguardo alla fornitura di vaccini è stata più o meno quella di attendere nuove istruzioni. Insomma per il momento la fase 2 resta congelata più o meno come i flaconi di Pfizer in ghiacciaia a -80°. Con le dosi in arrivo oggi saranno ultimati i richiami nelle Rsa che già erano stati rinviati la scorsa settimana, mentre la partenza per una nuova fase di prime vaccinazioni dovrebbe subire a questo punto un ulteriore slittamento. Insomma si naviga, anzi si vaccina a vista, con buona pace del piano presentato dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia  Letizia Moratti. Il piano vaccinale anti-Covid messo a punto la scorsa settimana dalla Regione prevedeva per ieri, 8 febbraio, l’arrivo di 112.910 dosi complessive, di cui 85.410 di vaccino Pfizer e 27.500 di Moderna. Per la settimana successiva dal 15 febbraio erano previsti 104.130 vaccini Pfizer, e per quella dal 22 febbraio altri 105.300 dosi Pfizer e 82.100 Moderna per un totale di 187.400, mentre per AstraZeneca era prevista una fornitura totale di 3.400.000 dosi entro fine marzo contro gli 8 milioni da precedente contratto. Ieri intanto l’assessore Moratti guardava ad altri numeri, quelli del personale medico e infermieristico a supporto. “Regione Lombardia è pronta, ma urge personale e la certezza di avere a disposizione vaccini sufficienti per avviare le somministrazioni”, recitava una nota diffusa dalla Regione Lombardia, “di medici ed infermieri a supporto ad oggi non si è visto nessuno”.