Ma in centro tanti negozi sono rimasti chiusi

MANTOVA Una marea di potenziali clienti, accolti da tanti negozi chiusi.
Per chi si fosse trovato a visitare il capoluogo ieri pomeriggio non avrebbe mancato di notare un particolare curioso: in una città che si lamenta sistematicamente del poco afflusso di clientela, nelle occasioni da sfruttare tanti commercianti non risultano all’appello.
Durante il lungo ponte della liberazione, il centro storico ha goduto del classico pienone di turisti e visitatori. E per un commerciante non ci sarebbe momento migliore (quando gli altri riposano e si possono godere un periodo al di fuori della quotidianità lavorativa) per tenere aperta bottega, anche da sfruttare come occasione di fidelizzazione, per farsi conoscere dal potenziale cliente.
Ma non nel capoluogo, nemmeno in una giornata di festa nazionale dove le strade cittadine sono paragonabili ad una moderna Babilonia per il miscuglio di idiomi che riecheggiano sotto i portici. Una chiusura-mania endemica: lungo tutto corso Umberto I, alle quattro del pomeriggio, dove il sentimento di desolazione è oramai di casa, e continuando per via Roma, via Verdi, con serrande abbassate persino nella centralissima piazza Marconi, e lungo i portici Broletto.
“Solitamente- ci confida un vecchio commerciante – quelli che si lamentano sono i primi a tenere chiuso nelle giornate che contano, senza capacità di fare rete”. “Negli anni – continua – abbiamo perso dei piccoli gioielli cittadini, basti pensare a via XX settembre, dove non si fa più nemmeno la festa annuale”. E conclude: “È facile accusare le amministrazioni o la mancanza di parcheggi: la colpa come sempre sta nel mezzo”. (Abb)