Manotva Hub, fine lavori entro settembre? Rossi: missione impossibile

MANTOVA Fine lavori: 20 agosto 2020. Ma lo stato d’avanzamento sui documenti del Comune dice che il cantiere principale di Mantova Hub (la rigenerazione urbana di Fiera Catena pensata dall’archistar Stefano Boeri) è fermo al 40% del totale. Come dire mantovanamente “i’è indré cme la coa dal gogin”, come la coda del maialino. E a sottolineare l’abnorme ritardo, pure in concessione delle pause pandemiche, è il leader dell’opposizione Stefano Rossi (Mantova ideale), che rimarca le dichiarazioni pubbliche del sindaco Mattia Palazzi, secondo il quale invece tutto procederebbe spedito, al punto che la nuova scuola destinata all’istituto tecnico “Mantegna”, recuperata dai ruderi dell’ex ceramica, sarà già pronta in autunno per il nuovo anno scolastico.

«Si va avanti a proclami del sindaco e annunci sui social di prossime inaugurazioni, ma ben poco ormai resta di quanto previsto nello studio dell’archistar Boeri e del roboante restyling della periferia Est. La data sul cartello di gerenza del cantiere è ancora lì: 20 agosto 2020, giorno stabilito per la fine del cantiere di Mantova Hub», commenta Rossi.
Per certificare le difficoltà del cantiere, Rossi analizza le rendicontazioni al 15 novembre 2021, con il Sal (stato di avanzamento lavori) n. 7. Ebbene, ad oggi, dopo quasi mille giorni di cantiere, dal lontano 8 maggio 2019 (inizio effettivo dei lavori) è stato realizzato appena il 42% dell’opera.
«Ma il numero più grave è questo – spiega Rossi –: a tutto il 16 febbraio 2022, ovvero dopo 1.015 giorni dalla consegna, il ritardo accumulato ammonta a 545 giorni».
Difficile entrare nel merito dei ritardi, che possono essere dovuti a svariati motivi, non tutti dipendenti dall’amministrazione, «ma che non è certo esente da responsabilità», secondo il capogruppo dell’opposizione. «Ma a giustificazione del ritardo, non scomodiamo solo la pandemia, perché altrimenti compiremmo un errore gravissimo. La mia professione mi ha portato a operare in questi due anni con assoluta continuità in tutti i cantieri sparsi per l’Italia e per l’Europa in cui non abbiamo assistito ad alcun blocco dei lavori a causa del covid. Le carte – prosegue Rossi – evidenziano una gestione del cantiere che non è priva di reprensibilità. Non giova certo al cantiere la dislocazione della squadra progettuale, ripartita fra Genova, Milano, Trento e Napoli. Per finire in tempo utile alla scuola, dovrebbero lavorare ininterrottamente giorno e notte», conclude.