Mattarella-bis: un po’ di zucchero e la pillola va giù

MANTOVA Nessuno tirerà per la giacchetta Mattarella, era il leit motivo pre-voto alle presidenziali. Invece i fatti hanno dimostrato il contrario, parte sorprendendo, parte assecondando le attese delle autorità politiche e non mantovane. Qualcuno ha mandato giù la pillola, come suol dirsi; altri hanno visto la scelta del Mattarella-bis come l’unica possibile in un clima di indecisione generale.
Per il presidente della Provincia Carlo Bottani, «il rinnovo del mandato a Mattarella va in linea con le attese di buona parte della popolazione che avrebbe scelto, o per affetto o per considerazione, in caso di elezione di retta, o lui o Draghi. E credo che in questa fase difficile e drammatica di geopolitica internazionale, proprio il ticket Mattarella-Draghi sia quello che dà più serenità».
Il sindaco Mattia Palazzi si esprime attraverso i social: «E alla fine ci salva ancora lui, il migliore presidente possibile per l’Italia in una fase storica così delicata e con una politica oggettivamente bloccata. È iniziata malissimo, con decine di nomi bruciati, ma sta per finire benissimo. Il governo può ora proseguire stabile fino alle elezioni. Grazie presidente Mattarella, l’Italia non potrebbe essere in mani migliori».
Ironico contraltare dal ledaer dell’opposizione in via Roma. Sempre sui social, Stefano Rossi (Mantova ideale) sintetizza con due post la vicenda: «Game over, è Mattarella-bis! e nel frattempo, Amato presidente della Corte costituzionale».
Per l’ex assessore regionale leghista Gianni Fava lo smacco va tutto alla Lega e a Salvini in particolare, che lo stesso Fava ritrae postando un’immagine creata dall’ex leghista Gianluca Pini con Salvini nell’atto della famosa citofonata, ma con didascalia provocatoria: “Scusi, le interesserebbe la presidenza della Repubblica?”.
Tranciante il sindaco poggese Fabio Zacchi: «Senza vergogna. Dopo il disastro di questi giorni, il Mattarella-bis è la certificazione del fallimento della politica. Complimenti! Poi si chiedono perché la gente non vada più a votare». Per Zacchi, in pole position doveva esserci il premier Draghi. «Tutto il resto è un ripiego».