Minacce, danneggiamenti e odio razziale, 47enne condannato

MANTOVA – Per l’ennesima volta e senza giustificato motivo se l’era presa con il proprietario dell’appezzamento di terreno attiguo al suo. In tale precipua circostanza però non si era limitato alla semplice aggressione verbale, come già capitato in molte altre occasioni pregresse, ma bensì mettendo in atto un’articolata serie di azioni vandaliche a scopo intimidatorio. Un’annosa vicenda conflittuale per questioni di confine catastale che vedeva come vittima un cittadino rumeno, da anni residente in territorio virgiliano e titolare della cava “Paradiso del Mincio” a Soave di Porto Mantovano.
Segnatamente, l’episodio clou in ordine di tempo risaliva al pomeriggio del 21 settembre 2021 quando, a fronte della solita indebita intrusione del vicino violento – un 47enne italiano pluripregiudicato – il gestore del circolo sportivo nonché referente della locale associazione di pescatori, si era così visto costretto a richiesto l’intervento della Polizia.
L’uomo infatti, presentatosi davanti al rivale l’aveva dapprima apostrofato in modo minaccioso per poi dar sfogo a tutta la sua ira distruttiva. In primis abbattendo parte della recinzione d’ingresso e imbrattando il manto erboso con una bomboletta spray di colore giallo, nella fattispecie vergando la parola a sfondo discriminatorio “zingaro”, rinforzata da un disegno raffigurante un teschio. Quindi, non contento, aveva imbracciato una motosega prendendo con quella a tranciare i cavi di comando di una falciatrice, gli pneumatici di alcuni veicoli e infine segando il fusto di un albero allo scopo d’impedire con i tronchi accatastati, l’accesso alla struttura. Il tutto perpetrato minacciando di morte lo straniero. La Digos dopo gli approfondimenti del caso effettuati di concerto con la Scientifica aveva quindi provveduto a denunciarlo per violenza privata, stalking, minaccia e danneggiamento, con l’aggravante dell’odio razziale. In considerazione della gravità dei fatti, ultimo di una lunga serie e dei precedenti penali a proprio carico, l’aggressore era stato pure sottoposto alla misura di prevenzione personale dell’avviso orale emessa dal questore.
Finito quindi sul banco degli imputati, stante tale ampio ventaglio di contestazioni a proprio carico, il 47enne è stato ieri condannato dal giudice Stefano Ponti alla pena di due anni e due mesi di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva in favore della persona offesa, costituitasi parte civile con l’avvocato Alessandra Moreschi. Di ulteriori quattro mesi era stata invece la richiesta avanzata in requisitoria dal pubblico ministero.