Morto nel droga-party, assolto l’amico. Ma un 28enne mantovano rischiava fino a 20 anni di carcere

MANTOVA – Ha tirato un sospiro di sollievo quando il suo avvocato lo ha chiamato per dirgli che era stato assolto. M.C., 28enne di Mantova rischiava grosso al processo che lo vedeva imputato a un 30enne in cui era accusato di cessione di sostanze stupefacenti e di morte come conseguenza di altro reato: capi d’imputazione che potevano costargli fino a 20 anni di carcere in caso di condanna. Il processo celebrato ieri in tribunale a Napoli, si è invece concluso con l’assoluzione con formula piena, chiesta alla fine anche dallo stesso pubblico ministero; assoluzione per non avere commesso il fatto. Si è chiusa così la brutta vicenda di un droga-party finito nel peggiore dei modi la notte del 25 aprile di due anni fa in un’abitazione di Aversa. Una vicenda che sembra uscire dalla celebre serie Mare fuori per location e personaggi che fanno capo a gruppi di rapper o trapper, ma dall’esito fin troppo realistico. A rimetterci la pelle era stato Gabriele Greco, 29enne cosentino stroncato da un mix di droga e alcol. I partecipanti alla festa, che si era tenuta a casa di un 30enne di Aversa, si erano ripresi a pomeriggio inoltrato del giorno seguente, e solo allora si erano accorti che uno di loro non rispondeva. Ci sarebbe stata una chiamata al 118 ma l’ambulanza non sarebbe mai arrivata. A quel punto il 29enne calabrese veniva caricato in auto dai genitori del padrone di casa e dal giovane mantovano e portato all’ospedale di Aversa, dove però giungeva privo di vita. Il medico legale che aveva eseguito l’autopsia aveva dichiarato che il decesso del 29enne risaliva a diverse ore prima dell’arrivo in ospedale e che la causa della morte era overdose di cocaina, senza menzionare altre sostanze. Lo scorso 5 febbraio si era tenuta l’udienza preliminare durante la quale l’avvocato Naima Marconi, difensore del 28enne mantovano, aveva chiesto e ottenuto per il suo assistito il giudizio con rito abbreviato, depositando una memoria difensiva di una quarantina di pagine. Al processo si sono costituiti parte civile i genitori di Gabriele Greco, i cui legali hanno chiesto oltre 100mila euro di risarcimento. Ieri la discussione e la sentenza di assoluzione per l’imputato mantovano con deposito delle motivazioni tra 60 giorni. Una sentenza che di fatto scagiona anche l’altro imputato, che sta affrontando il processo con rito ordinario e i suoi genitori, a giudizio per favoreggiamento.