Falso dentista inchiodato dai testimoni e… da se stesso

MANTOVA È finito a processo per le accuse di esercizio abusivo della professione medica e furto di energia elettrica. Se per quest’ultimo reato è stato pronunciato il non doversi procedere perché la persona offesa non ha risposto alla convocazione in tribunale, le cose non si sono messe altrettanto bene riguardo al reato principale. C’è stato infatti quello che può essere definito un colpo di scena ieri in aula durante l’udienza del processo che vede imputato Renzo Bianchi, 71enne di Mantova. Dopo avere ascoltato le deposizioni di due testimoni dell’accusa, l’imputato, che fino a quel momento era stato contenuto non senza difficoltà dal suo difensore, avvocato Luigi Medola, ha deciso di prendere la parola rilasciando delle spontanee dichiarazioni che potrebbero compromettere la strategia difensiva se non addirittura l’esito del processo a suo carico. I fatti erano venuti alla luce nell’agosto del 2016, quando i carabinieri di Mantova dopo una serie di appostamenti davanti a un condominio di via Semeghini, quartiere Te Brunetti, avevano fatto irruzione nell’appartamento del 71enne. L’interno, stando a quanto ha raccontato un carabiniere sentito ieri come testimone, sarebbe stato più che fatiscente, con medicinali scaduti un po’ ovunque e un “ambulatorio” in sala da pranzo, con un divano al posto della poltrona da dentista. Norme igieniche a dir poco ignorate. Lo stesso concetto che era stato espresso poco prima da un’altra testimone, una donna rumena che ha raccontato di essere stata “visitata” su una sedia in un cucinotto. «Non sapevo che non era un dottore – ha detto la donna -. Mi aveva detto che lo era. Sul muro aveva appeso anche un documento di laurea»; circostanza, questa, da verificare. La testimone, straniera, a volte ha dato l’impressione di non capire bene le domande che le venivano poste. In ogni caso era andata in via Semeghini con un’amica che le aveva consigliato quel dentista perché costava poco: 150/200 euro, senza ricevuta. «Sono un odontotecnico diplomato a Bologna – ha detto infine l’imputato -. Ho fatto qualche esame a Medicina poi ho dovuto lasciare. Ho lavorato 30 anni con dei dentisti. A quella donna si era consumata la copertura dell’oro di un ponte che le avevano fatto in Romania, così io le ho rifatto la copertura con della resina». Ecco fatto. Ultimi testimoni, discussione e sentenza il prossimo 5 luglio. In bocca al lupo.