Niente frode del Parmigiano: assolti Carra e il casaro

Paolo Carra

MANTOVA Assolti perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa ieri dal gup  Beatrice Bergamasco nei confronti di Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova e del Consorzio Virgilio, e  Raffaele Terziotti, casaro. I due, che hanno affrontato il giudizio con rito abbreviato, erano accusati di tentata frode in commercio per una vicenda che risale al marzo 2018 e riguarda 500 forme di Parmigiano Reggiano sequestrate a suo tempo dai carabinieri del Nas. Secondo l’accusa quelle 500 forme di Parmigiano Reggiano di oltre 6 mesi di stagionatura erano senza la placca che invece deve essere posta sulla forma il giorno stesso giorno in cui viene prodotta. Inizialmente era stata contestata anche la truffa perché secondo gli inquirenti nel latte usato per produrre le forme di Parmigiano sarebbe stata trovata presenza di lisozima, ma in seguito alle analisi effettuate dal Laboratorio Centrale di Roma questa accusa era caduta. Il processo era nato da un’indagine dei carabinieri del Nas che sequestrarono 18mila forme per 10 milioni di euro. In sede di discussione il Pubblico ministero aveva chiesto per entrambi gli imputati una condanna a 8 mesi, mentre i difensori, avvocati  Andrea Rossato e Paolo Cenna  per Carra, e Bice Moretti per Terziotti, avevano chiesto l’assoluzione. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano, costituitosi parte civile, aveva chiesto 3977 euro di risarcimento.