Niente sentenza: tutto da rifare il processo alla ditta Frati

MANTOVA L’udienza programmata per ieri dove esere quella dedicata alla discussione e sentenza del process, ma a seguito di una decisione a sorpresa del giudice Giovanna Camillo, avallata anche dal pubblico ministero Lucia Lombardo, ha di fatto segnato il procrastinarsi della fase dibattimentale, dando luogo così ad una nuova istruttoria. Un autentico colpo di scena nell’annosa vicenda processuale che vede sul banco degli imputati per getto pericoloso di cose e rumore oltre i limiti consentiti la ditta Frati spa (divisione Pantec) specializzata nella produzione di pannelli truciolari. L’azienda, con sede a Romanore di Borgo Virgilio, in un primo momento era infatti finita a processo per la sola dispersione in aria di polveri legnose, a cui poi si era aggiunta una seconda imputazione, vale a dire quello concernente il presunto inquinamento acustico. L’ulteriore contestazione era stata presentata nel 2015 dall’avvocato delle due parti civili costituite a giudizio, rispettivamente madre e figlia, la cui abitazione confina con l’insediamento industriale. Le due donne avrebbero infatti subito conseguenze nefaste dalla vicinanza alla Frati e per questo, in più occasioni, si erano rivolte al Comune per segnalare i problemi. In particolare stando ad un certificato medico, prodotto agli atti processuali, una delle persone offese avrebbe contratto una malattia asmatica anche a causa delle polveri di legno conseguenti alla lavorazioni della Frati. Polveri che da anni si depositerebbero sul tetto dell’abitazione e sul verde circostante. Tre le denunce presentate nei confronti dell’azienda, a partire dal 2011. Le indagini svolte dalla procura di via Poma si erano concluse accertando il reato di getto pericolose di cose, a cui aveva fatto seguito una contravvenzione di 206 euro. Al decreto penale di condanna però si era opposta la difesa. Da qui il processo. La Frati spa nel 2014 aveva realizzato una parete fonoassorbente della lunghezza di 200 metri sul confine sud est dello stabilimento, al fine di contenere entro i parametri le emissioni sonore. Circostanza questa valutata positivamente da Arpa nel 2018 e su cui ora si dovrà altresì basare, oltre all’accertamento sulla sussistenza di polveri, la nuova consulenza tecnica disposta dal giudice. Il prossimo 21 ottobre l’affidamento dell’incarico peritale.