Non diciamolo “salvatore”, Palazzi mette solo pezze ai disastri del suo partito

MANTOVA -Il disastro di piazzale Mondadori, quello di piazza Don Leoni, il fallimento del parcheggio di Due Pini e il ritorno al passato con il campo da calcio, per non parlare di molti altri “magoni” disseminati in città – alcuni sanati dalle azioni della giunta, altri ancora oggetto di intervento. E poi la Domus di piazza Sordello nata come “cubo”, per non dire del palazzetto ex PalaBam e della sua complicatissima gestione, o della Valdaro Spa “salvata” da un crac di 24 milioni, o del Palazzo del Podestà, che a opera finita verrà a costare una cinquantina di milioni, senza sapere nemmeno quale destinazione dargli. L’elenco potrebbe essere molto più lungo, ma questo basta al leader dell’opposizione  Stefano Rossi, portabandiera del centrodestra in Comune, per stilare una sintesi di principio: «Le amministrazioni di sinistra, per il fatto che hanno amministrato ininterrottamente per decenni a Mantova, sono le uniche artefici di tutti i disservizi e i magoni a cui ora i nostri di oggi stanno cercando di porre rimedio. Beninteso a spese dei cittadini mantovani».
Rossi prende atto che in più circostanze l’amministrazione di  Mattia Palazzi ha risolto situazioni molto critiche, e da ultimo fa testo l’apertura del superstore Esselunga in piazzale Mondadori, proprio dove per un decennio era rimasto un cratere acquitrinoso a testimoniare il fallimento di un piano attuativo. L’ennesimo. Ma anche questo non vale da esimente sulle responsabilità pregresse del centrosinistra virgiliano, insiste Rossi: «Devono finirla di far credere di essere arrivati dallo spazio per salvarci e di essere vergini della politica cittadina. Molti dei componenti di questa maggioranza, ahimé, sedevano nei banchi di via Roma già all’epoca dei disastri, o come assessori o come consiglieri comunali di maggioranza».
E proprio sull’insediamento Esselunga Rossi batte il chiodo, contrattaccando all’assessore al traffico  Iacopo Rebecchi, intervenuto ieri sulla Voce: «La soluzione di Esselunga c’era, e sul Te, al posto dell’abbattuto palasport, avrebbe trovato la collocazione ideale, perché avrebbe risolto contemporaneamente anche l’annoso problema della viabilità di Porta Cerese, che per inciso, dopo sei anni, questa amministrazione di sinistra non ha ancora risolto. Come? Con il rondò e col sottopasso della ferrovia. Può piacere o no, come soluzione, ma è così. Il resto sono solo balle», conclude Stefano Rossi.