Omessa bonifica del polo chimico, la procura allarga l’area Sin contaminata

MANTOVA In un’udienza preliminare interlocutoria del procedimento per inquinamento e omessa bonifica del polo chimico di Mantova, la pubblica accusa ha consegnato ieri al gup ulteriori contestazioni, relative a tre aree riconducibili a Edison (V, R collina e R1) finora escluse dal faldone d’inchiesta. Sempre ieri le parti civili di Comune di Mantova, Provincia di Mantova e Parco del Mincio hanno chesto e ottenuto la citazione a giudizio dei responsabili civili individuati nel caso di specie nelle aziende Edison, Versalis e Syndial. Il procedimento  vede indagati poco meno di una quarantina di soggetti (tra persone fisiche e giuridiche) per inquinamento e omessa bonifica del polo chimico di Mantova. Dopo un paio di false partenze, ieri davanti al gip Beatrice Bergamasco, parti civili territoriali (oltre al Ministero dell’Ambiente) e pubblica accusa hanno infatti provveduto ad avanzare determinate richieste. Comune di Mantova, Provincia di Mantova e Parco del Mincio hanno chiesto e ottenuto la citazione a giudizio dei responsabili civili individuati nelle aziende Edison, Versalis e Syndial. Dall’altro la procura ha invece provveduto al deposito di ulteriori contestazioni, relative a tre aree riconducibili a Edison portando così il novero delle imputazioni da 38 a 43 capi d’accusa. Per quanto attiene infine la calendarizzazione dei vari incombenti a questo si procederà nella seduta del prossimo 10 dicembre.

Un’inchiesta a doppio binario durata quattro anni, quella afferente la contaminazione da agenti inquinanti del sito d’interesse nazionale (Sin) di Mantova, scattata a metà del 2016 con il preciso scopo di tirare le fila in via definitiva, di quanto già fatto in passato, sulla falsa riga degli accertamenti condotti a più riprese in merito alla Colori Freddi San Giorgio. All’esito di una complessa attività di verifica effettuata sul campo da Arpa Lombardia e Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri, sotto l’egida di Ministero dell’Ambiente e Provincia di Mantova, nel novembre 2020 si era così giunti all’individuazione di specifiche responsabilità in capo alle aziende oggi proprietarie dei terreni oggetto di analisi, vale a dire da una parte Edison (nonostante la cessione del ramo d’azienda), Versalis e Syndial (queste ultime facenti parte del gruppo Eni) e dall’altra l’ex raffineria Ies, il cui procedimento parallelo è stato quindi instaurato innanzi ad altro gip. Tali responsabilità penali però, non attengono nello specifico ad una contaminazione cosiddetta storica ma ai ritardi, a seguito dei ricorsi respinti da Tar e Consiglio di Stato, circa l’avvio dell’iter di bonifica delle varie aree Sin, quali per l’appunto, oltre alle 3 già menzionate, Valliva e Cavo San Giorgio (responsabile Versalis), canale diversivo (Versalis), area B+L (Versalis), canale Sisma (Edison) ed area ex Sala Celle nel cui sottosuolo sono state altresì rinvenute palline di mercurio (Edison e in minima parte Versalis). In generale, stando alle risultanze investigative, nel sito sarebbe stata rinvenuta una forte contaminazione di suolo, sottosuolo e falda acquifera da metalli pesanti, principalmente mercurio per le aree lacustri e fluviali. A loro volta, le acque di falda presenterebbero una contaminazione da solventi organici aromatici (benzene, stirene e cumene), idrocarburi, solventi organo-alogenati e metalli pesanti, nonchè la presenza di surnatante costituito da un misto di sostanze solide e liquide provenienti da lavorazioni chimiche.