Parco Te, Palazzi: “un sogno”. Rossi: “un debito”

MANTOVA Sono 5 i milioni che la variazione di bilancio ha liberato su altri capitoli di spesa, dopo che il Mibact ha assegnato a Mantova la stessa cifra per la realizzazione del Parco Te. E quel parco che il sindaco  Mattia Palazzi promette di mettere in cantiere già a metà del prossimo anno, con progetto esecutivo da approvarsi entro Natale, sta diventando terreno di scontro – se già non lo era anche prima – fra l’amministrazione e l’opposizione guidata da  Stefano Rossi (Mantova ideale).
Ad agitare le acque è stata una dichiarazione di Palazzi diramata sui canali del web. Dalle parole del primo cittadino si evince che amministratori e tecnici in via Roma sono già al lavoro per mettere a punto il progetto esecutivo del nuovo Parco urbano. Ieri sono emerse le ultime indicazioni per approvarlo in giunta entro l’anno.
«È bellissimo ed è anche un grande onore poter lavorare ogni giorno per cambiare la nostra città – ha scritto il Palazzi in un post sui social network –, per renderla più forte, più bella, più accogliente, più vissuta. In pochi mesi il sogno di realizzare un grande parco urbano nell’area del Te si è concretizzato. Abbiamo ottenuto 5 milioni dal governo e siamo già pronti per approvare il progetto esecutivo e iniziare i lavori a metà del prossimo anno. Provate a immaginare quanto sarà bello viverlo tutti i giorni», conclude il sindaco.
Parole che non trovano consenso in Rossi, che già nei giorni scorsi ha aspramente censurato la necessità di cancellare il campo “Dante Micheli” per fare spazio al progetto palazziano. Ieri la censura è entrata anche nel versante tecnico della questione: «Ero stato facile profeta raccontando l’assurdità di questo progetto che non rispetta la nostra storia e che, se realizzato, indebiterà per centinaia di migliaia di euro ogni anno le generazioni future» ammonisce il capo dell’opposizione. Possiamo evitarlo. Facciamo vedere che teniamo a ciò che è da sempre un luogo nostro, colmo di storia e ricordi che rischia di essere violentato da chi di Mantova non conosce nulla. Peraltro – conclude Rossi – tra una riunione e l’altra si sono persino perse 4 di quelle che loro chiamano “stanze”: nei rendering erano 20, ora parlano di 16».