Il 49enne in fuga dalla guerriglia del Tigray al sicuro in aeroporto

CASALOLDO La prudenza è d’obbligo, ma dopo mille chilometri percorsi in una traversata di due giorni scortati dai militari, per il 49enne di Casaloldo  Cristiano Frati e altri cinque italiani, prendere un aereo ad Addis Abeba sembra sicuramente una sciocchezza.
Sì perché l’elettricista mantovano sta rientrando in Italia: secondo i programmi, lui e gli altri cinque erano attesi su un volo di linea in partenza nella serata di ieri dalla capitale dell’Etiopia e diretto all’aeroporto di Malpensa, con arrivo nella prima mattinata di oggi allo scalo milanese e, se tutto andrà come previsto, il rientro a Casaloldo nella tarda mattinata sempre di oggi.
Ma, come si diceva, il condizionale è d’obbligo. Perché in questo momento la situazione in Etiopia non è propriamente tranquilla e il gruppo di italiani potrebbe essersi trovato costretto a prendere, invece che il volo di ieri sera, quello in partenza questa sera. A riferirlo è  Bruna Musa, moglie del 49enne casaloldese: «Finalmente ci siamo sentiti al telefono: in pochissimi minuti ci siamo dovuti dire un sacco di cose. Cristiano mi ha spiegato che avrebbero preso il volo questa sera (ieri per chi legge,  ndr) ma c’era comunque qualche incertezza e di conseguenza, in caso di qualche problema, sarebbero partiti col volo di domani sera (stasera per chi legge,  ndr)». Ad annunciare il rientro di Frati e degli altri cinque italiani è il parlamentare e vicesindaco di Castiglione  Andrea Dara, che ha seguito la vicenda in prima persona dai primissimi momenti.
«Sono felice – afferma la signora Musa – che finalmente mio marito stia rientrando. Abbiamo dovuto mantenere un assoluto riserbo su tutta la vicenda, ma in realtà il viaggio di rientro è partito lunedì. Cristiano e gli altri cinque italiani dipendenti di Calzedonia hanno lasciato Macallè e il calzificio quando si è aperto un corridoio umanitario sufficientemente sicuro e, scortati, sono arrivati fino ad Addis Abeba in circa due giorni». Un viaggio di poco meno di 1000 km, stretto tra la necessità di mantenere alto il livello della sicurezza e la necessità di procedere rapidamente, scortati dai militari etiopici che li hanno accompagnati nella capitale del Paese africano in fuga dalla guerriglia che due settimane fa, all’improvviso, è scoppiata in Tigray tra il Fronte di liberazione e il governo. Un viaggio che, salvo altri colpi di scena, per Frati dovrebbe concludersi oggi nella propria abitazione di Casaloldo.