Rapina all’ufficio postale dell’Anconetta, banditi stangati

MANTOVA Erano entrati come normali clienti, mascherando le apparenze anche grazie al particolare travestimento adottato, ma appena varcata la soglia avevano mostrato le loro reali intenzioni, intimando ai presenti, dietro la minaccia di una pistola, di restare calmi e non muoversi. Era la tarda mattina del 17 agosto 2020 quando, in piazza Aliprandi, due individui, entrambi con volto travisato e uno con indosso una tuta anti covid, avevano messo a segno una rapina a mano armata, ai danni dell’ufficio postale dell’Anconetta. Un’azione fulminea, portata a termine in una manciata di minuti, che aveva fruttato ai banditi un bottino di circa 1.700 euro in contanti custoditi nelle cassette di sicurezza. Gli investigatori della Squadra Mobile incaricati di effettuare le delicate e complesse indagini del caso, sin da subito erano stati in grado di raccogliere importanti informazioni in ambito confidenziale che, comparate con le dettagliate descrizioni dei rapinatori fornite dai presenti all’evento criminoso, nonché suffragate dalle risultanze dei filmati di videosorveglianza, avevano portato a dare un nome e un volto agli autori del raid predatorio, finiti quindi in manette poco meno di un anno dopo, nel luglio del 2021. Si trattava di due uomini, uno pluripregiudicato e dedito in passato ad un’intensa attività criminale, l’altro, il complice, giunto appositamente dalla Brianza nel capoluogo virgiliano per il colpo. Il primo dei due malviventi, la “mente” della banda, era stato identificato in Giuseppe Bellanova, 64enne all’epoca dei fatti residente a Mantova e attualmente ristretto nel carcere di Campobasso con a proprio carico numerosi precedenti penali per detenzione e spaccio di stupefacenti, associazione a delinquere di stampo mafioso (poi collaboratore di giustizia), rapina e furto, oltre ad aver rimediato in passato una condanna a 4 anni e mezzo per minaccia, estorsione, detenzione illegale e porto abusivo di armi in luogo pubblico. Il secondo rapinatore invece era Filippo Vitale, 30enne, fino a quel momento incensurato residente nel Comune di Monza-Brianza. Dopo essere stati denunciati, la procura aveva quindi chiesto ed ottenuto dal gip due ordinanze di custodia cautelare per rapina aggravata in concorso. Bellanova venendo associato temporaneamente, prima del trasferimento in Molise, alla casa circondariale di via Poma, mentre Vitale, arrestato dopo essere stato rintracciato nei pressi della propria abitazione finito in regime di custodia domiciliare. Ieri mattina, a carico dei due imputati, è stata emessa, dal giudice per l’udienza preliminare Antonio Serra Cassano la sentenza di primo grado nel giudizio con rito abbreviato a loro instaurato: Bellanova condannato a 4 anni e 8 mesi, a fronte dei 4 anni e 4 mesi chiesti dal pubblico ministero Fabrizio Celenza, e Vitale a 3 anni e 4 mesi contro i 2 anni e 8 mesi avanzati dallo stesso Pm in requisitoria. (loren)