Rimborsopoli, una condanna su tre per i mantovani imputati

Spese pazze al Pirellone: 18 mesi a Bottari. Assolti Boni e Maccari

MILANO Due assoluzioni e una condanna per i tre imputati mantovani del processo delle spese pazze in Regione Lombardia. Un anno e mezzo di reclusione è la condanna che è stata inflitta a Claudio Bottari, all’epoca dei fatti consigliere regionale della Lega Nord. Assolti invece l’allora presidente del Consiglio Regionale Davide Boni e il consigliere Carlo Maccari, anch’essi della Lega Nord. I tre mantovani erano tra i 57 imputati del processo sulla cosiddetta Rimborsopoli in Regione Lombardia che è stato celebrato in tribunale a Milano, dove oggi è stata pronunciata la sentenza di primo grado. I giudici hanno emesso condanne con pene tra un anno e 5 mesi fino a 4 anni e 8 mesi per 52 dei 57 imputati, tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno. Tra questi nomi eccellenti come Renzo Bossi (Lega Nord), figlio di Umberto Bossi detto il Trota, condannato a due anni e sei mesi, e Nicole Minetti (PdL) l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi, condannata a un anno e 8 mesi di reclusione. Condanna anche per Stefano Maullu, attualmente europarlamentare di Fratelli d’Italia (1 anno e 6 mesi con pena sospesa e non menzione), e Alessandro Colucci, deputato del gruppo misto, condannato a 2 anni e 2 mesi. La pena più alta di 4 anni e 8 mesi per Stefano Galli, ex capogruppo della Lega in Regione. Assolti o prescritti invece 5 ex consiglieri. Il Tribunale di Milano ha condannato a un anno e 8 mesi Massimiliano Romeo, attuale capogruppo della Lega in Senato. I giudici hanno anche condannato a un anno e 6 mesi Angelo Ciocca, attualmente eurodeputato del Carroccio. Per entrambi la pena è sospesa ed è stata decisa la non menzione. “Se c’era un sistema, c’era certamente da 30 anni e loro lo hanno ereditato in buona fede”: così l’avvocato Jacopo Pensa, legale di Massimiliano Romeo, ha risposto ai cronisti sulla vicenda delle cosiddette spese allegre al Pirellone. “Faremo appello – ha annunciato – noi puntiamo alla revisione delle condotte contestate perché per noi c’è la mancanza del dolo” nel peculato.