Scoppia la bomba profughi. Impossibile riceverli tutti

MANTOVA Tanti arrivi. Troppi. La capienza è già stata raggiunta e addirittura saturata. Di fronte a questa presa d’atto la Prefettura mantovana è in affanno, non sapendo più come dove e a chi chiedere di ospitare profughi e migranti che quotidianamente vengono smistati in tutto il paese. E di fronte a una simile emergenza tutti gli enti locali sono chiamati a dare risposte, che però non sono spesso in grado di fornire.
Lo ha affermato pochi giorni fa alla Voce anche l’assessore Andrea Caprini, titolare dei servizi sociali comunali: lo sforzo dei suoi uffici è quotidiano ed enorme, ma non sempre in grado di soddisfare le richieste che stanno oltrepassando i limiti delle disponibilità di accoglienza. Con tutta la più buona volontà, dicono dal Comune, «le case non le costruiamo di notte». E ciò che vale per il capoluogo, si può dire estensibile a tutto il territorio provinciale.
La stessa Provincia è stata coinvolta. Il presidente Carlo Bottani incontrerà il prefetto venerdì facendosi parte diligente del problema, pur non avendo Palazzo di Bagno deleghe specifiche in materia di accoglienza. Il bando prefettizio sinora non ha dato molti esiti incoraggianti. Un canale di dialogo, ancora ufficioso, è stato avviato con imprenditori bresciani che hanno interessi nell’alto mantovano. Uno in particolare (un imprenditore che ha rilevato una cooperativa mantovana finita in liquidazione) ha dato disponibilità per un’accoglienza fra i 40 e i 50 posti, ma quell’intesa deve ancora essere perfezionata.
Dal canto suo Caprini spinge sui colleghi delegati al welfare di mezza Italia per ottenere disponibilità di accoglienza. «L’escalation dei numeri negli ultimi mesi ha evidentemente messo in crisi quanto il Comune era riuscito a mettere in piedi, non senza grandi difficoltà e importanti risorse economiche», aveva dichiarato Caprini. E la situazione precipita.