Senza simbolo “Padani” al liberi tutti

MANTOVA Con il diniego ufficiale all’uso dello storico simbolo della Lega Nord, avanzato dalla minoranza del Carroccio, per le prossime elezioni amministrative nel capoluogo virgiliano e a Viadana si aprono ora nuovi scenari politici, ancora in corso di definizione, oltre che possibili ricorsi al ministero. È notizia infatti che il commissario federale del partito di via Bellerio Igor Iezzi ha definitivamente cassato la proposta di cui si erano fatti portavoce gli ex deputati Gianni Fava e Gianluca Pini. «Avevamo già stilato la lista dei candidati nella speranza che le nostre istanze fossero accolte» – ha commentato amareggiato il candidato della Lega Nord per l’indipendenza della Padania a Mantova Marco Prandini – ma senza la concessione da Milano del nostro storico simbolo ora salta un pò tutto. A breve decideremo assieme agli altri militanti il da farsi ma questa decisione cambia i piani elettorali e da il là ad un generale “libera tutti”. Per quanto riguarda Mantova, dove volevamo correre da soli e in piena autonomia, so già che alcuni militanti del nostro movimento aderiranno a civiche già formate a sostegno del sindaco uscente di centrosinistra Mattia Palazzi, indicato in tale contesto quale l’unico rappresentante dei valori di autonomia e federalismo a noi cari, come ad esempio la lista “ManTua” di Alberto Grandi. Per quanto mi riguarda invece a questo punto, da vecchio iscritto alla Lega Nord Padania, preferisco fare un passo indietro». Sul fronte degli altri comuni in cui la minoranza leghista è intenzionata a scendere in campo oltre alla già prevista Viadana, a supporto della civica della candidata Alessia Minotti, le new entry elettorali (ma in questo caso non era prevista alcuna lista con l’effige dell’Alberto da Giussano) sono rappresentate da Castel d’Ario, in appoggio allo sfidante Giampaolo Turazza (contro il sindaco uscente Daniela Castro) e a Curtatone col sostegno dei militanti nordisti del Carroccio al ricandidato primo cittadino Carlo Bottani così come già avvenuto cinque anni fa, scelta in quel caso avallata col parere negativo del direttivo provinciale leghista.