MANTOVA Se n’è andata in silenzio, senza che nessuna delle persone che abitavano vicino a lei si accorgesse di nulla. Quando è stata trovata priva di vita stesa sul pavimento in casa era lì da almeno tre giorni, stroncata da un malore, un probabile infarto che non le ha lasciato alcuno scampo. La tipica scena di un caso che viene spesso etichettato come “dramma della solitudine”, di quelli che capitano soprattutto nel periodo estivo, quando la città si svuota per le ferie e a casa restano gli anziani che abitano da soli. Quello scoperto ieri mattina in un’abitazione di via Sant’Anselmo è un dramma della solitudine fuori stagione ma con una peculiarità che aggiunge drammaticità a questa triste vicenda: ad accorgersi della morte di una 73enne non sono stati né eventuali familiari o vicini di casa ma un assistente sociale che ieri mattina è andato a trovarla per vedere se aveva bisogno di qualcosa. Dopo avere suonato più volte il campanello e avere inutilmente chiamato sul telefono di casa che sentiva squillare dall’interno senza che nessuno andasse a rispondere, l’assistente ha deciso prendere la copia di chiavi che aveva con sé ed entrare per vedere cosa era successo alla pensionata, facendo così la macabra scoperta. La 73enne era riversa sul pavimento del corridoio, come se, accortasi di stare male avesse cercato di raggiungere la porta ed uscire in cerca di aiuto. A quel punto veniva chiesto l’intervento della Polizia locale, e poco dopo sul posto giungeva una pattuglia da viale Fiume. Gli agenti, una volta constatato che si tratta di un caso di morte naturale, senza il coinvolgimento di altre persone, chiedevano a loro volta l’intervento sul posto di un’ambulanza con un medico che ha quindi proceduto alla constatazione del decesso, che sarebbe avvenuto, secondo una prima ispezione, circa 72 ore prima del rinvenimento del cadavere. Stando a quanto appreso la 73enne abitava da sola e non aveva altri parenti se non una sorella più vecchia di lei di ben 20 anni, attualmente ospite di una Rsa fuori provincia.
