Stupro di gruppo, il perito: “Presunta vittima attendibile”

MANTOVA Per il consulente tecnico incaricato dal gip vi sarebbe un’ipotetica capacità di fondo da parte della persona offesa a rendere testimonianza in un eventuale processo penale. Questo in sostanza quanto sostenuto ieri dal Ctu, in sede d’incidente probatorio, circa l’effettiva attendibilità a deporre in aula di una 17enne cremonese presunta vittima, sempre secondo il quadro accusatorio, di un caso di violenza sessuale di gruppo perpetrato ai suoi danni da cinque giovani mantovani. Nello specifico la vicenda, stando alla ricostruzione degli inquirenti, risale al 18 maggio 2021. In tale circostanza la minore, dopo aver trascorso buona parte della giornata in compagnia di un conoscente sarebbe stata da questi invitata, nonché accompagnata, a partecipare ad una festa privata organizzata nell’abitazione di uno degli indagati a Suzzara, dove poi sarebbe stata stuprata. L’indagine, condotta dagli uomini della Squadra Mobile, era quindi partita un paio di settimane dopo, quando al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale di Cremona, si sarebbe presentata, accompagnata dalla madre, la stessa ragazzina lamentando nella fattispecie forti dolori al ventre. Sulle prime la minore avrebbe ipotizzato una gravidanza ma dai successivi accertamenti clinici invece la realtà si era rivelata diversa: trovato il coraggio necessario per confidarsi con i medici la minore avrebbe così raccontato di essere stata violentata una quindicina di giorni prima, durante un party privato in provincia di Mantova, fornendo in tale circostanza altresì dettagli alquanto particolareggiati ai fini investigativi. A quel punto, assemblando i vari pezzi del puzzle ed eseguendo mirate perlustrazioni ed intercettazioni, i poliziotti avevano chiuso il cerchio dell’inchiesta culminata con le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni dei cinque virgiliani, quattro residenti a Suzzara e uno a Pegognaga, permettendo loro di individuare precisamente il luogo ove era occorsa la paventata violenza nonché di sequestrare telefoni cellulari, computer e altri dispositivi informatici. Così il 29 luglio, a carico di due dei soggetti coinvolti era scattato l’arresto in esecuzione della misura cautelare in carcere (poi commutata in custodia domiciliare) mentre agli altri tre, era stata notificata la misura dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 20. Proprio uno di questi ultimi, nello specifico il proprietario dell’appartamento teatro della presunta violenza, in sede di interrogatorio di garanzia davanti allo stesso giudice per le indagini preliminari Beatrice Bergamasco aveva respinto ogni addebito, asserendo al contrario di rapporti consenzienti ma senza nessuna costrizione o violenza da parte loro. «I rapporti sessuali, a casa mia, quella sera c’erano stati, ma soltanto con due di noi, io e altri due non c’entriamo nulla. Nessuno l’aveva obbligata. Da quello che sapevamo, con uno di loro la ragazza aveva una mezza storia mentre l’altro l’aveva scelto lì». Queste a grandi linee le sue dichiarazioni al gip. E poggia proprio sul consenso della minorenne oltre ad una «spiccata difficoltà della stessa a ricordare», la linea improntata dall’avvocato Pasqualino Miraglia, difensore di tre dei cinque indagati. Nel corso dell’audizione protetta di un mese fa, infatti, la ragazzina avrebbe evidenziato, secondo quanto sostenuto dallo stesso legale del Foro di Modena, un’evidente incapacità a rievocare con lucidità fatti e circostanze ascritte ai suoi assistiti, ammettendo in diverse occasioni di non ricordare nulla o rispondendo in modo confuso, nonché arrivando a contraddirsi circa quanto da lei stessa dichiarato in precedenza agli inquirenti. Sempre nella seduta di ieri inoltre, che di fatto conclude la fase delle indagini preliminari, il gip ha altresì disposto la revisione delle misure cautelari applicate in precedenza ai cinque giovani sostituendo così gli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora e l’obbligo di dimora con il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Ora la palla ripassa alla procura di via Poma.