MANTOVA – L’autority sui rifiuti come noto ha imposto alla Tea un aumento di costi del piano finanziario comunale stimato attorno al 5% (tradotto in 550mila euro), da cui la manovra votata in consiglio comunale da parte di via Roma che è intervenuta a coprire quel “buco” al fine di evitare un aumento delle tariffe all’utenza, sia domestica che per le già tartassate attività.
Tutto chiuso quindi? Lieto fine? Le cose parrebbero non stare esattamente così. E a questo punto il dibattito politico anzi si accende su questa multiutility che il Comune di Mantova, detentore del 72% della società, ha sempre utilizzato come “finanziaria di famiglia” per tante iniziative. Mancano soldi all’università? Interviene la Tea. Mancano soldi a Palazzo Te? Interviene la Tea. Mancano soldi al Mantova Calcio? Interviene la Tea. E così via. Questa Spa interamente a capitale pubblico, nella sua storia ormai ventennale si è di fatto sempre comportata alla stregua dell’Iri per tutte le aziende decotte private o di Stato.
La domanda prevalente, nondimeno, è come sia possibile che una società che opera da anni praticamente in regime protetto e di monopolio possa adesso accusare dei deficit. Tantopiù che con il suo ingresso nell’affare del turbogas Enipower al 13%, la stessa incamera ogni anno e da venti anni qualcosa come 5 o 6 milioni di euro. Dove finiscono quei soldi? Nel teleriscaldamento, è sempre stata la risposta. Ma il teleriscaldamento stesso dovrebbe portare soldi a sua volta; come mai allora non ne entrano?
E adesso che il problema in città è stato sollevato sulla Tari, che avrebbe dovuto, senza l’intervento comunale, comportare rincari in bolletta del 5% (altri ipotizzano fra il 10 e il 15%), ritorna un altro tormentone, frutto di anamnesi amministrativa. Mantova è la città più “riciclona” con un trend dell’85% di raccolta differenziata. Una realtà che avrebbe dovuto portare ad abbassare la Tari almeno del 10% secondo le dichiarazioni della stessa Tea con l’introduzione del nuovo sistema di raccolta. Bollette alla mano, molti politici e cittadini sostengono che non solo il ribasso non c’è mai stato, ma adesso da via Taliercio si profila addirittura un rialzo. E senza quegli 1,5 milioni destinatele da via Roma (il triplo apparente del fabbisogno) la struttura non si regge. Ci siamo persi qualche puntata, o non è stata raccontata tutta la verità?