Vaccinazione anti covid, Cgil Mantova preoccupata: “Manca un piano provinciale”

MANTOVA La speranza di lasciarci alle spalle il Covid assume le sembianze del vaccino che finalmente è pronto. A livello numerico significa vaccinare almeno 42 milioni di italiani, 7 milioni e mezzo di lombardi e 290mila mantovani. A livello locale servirà un piano vaccinale straordinario che «al momento manca» ha detto il segretario provinciale di Cgil Mantova Daniele Soffiati, nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri nella sede della Camera del lavoro per fare il punto della situazione sulla preparazione di Ats e Asst ad affrontare questa campagna storica di vaccinazione che inizierà il 27 gennaio. Conferenza alla quale hanno partecipato anche il professor Nicola Taurozzi in veste di consulente e Donata Negrini, segretaria Cgil Mantova con delega alla sanità. Entro gennaio 2021 in provincia di Mantova arriveranno 13300 dosi (304155 in Lombardia) del vaccino Pfizer quello più innovativo ed efficace che garantisce un’immunità del 97%, ma che richiede molte cautele nel trasporto, nella conservazione e nella somministrazione. Per questo, al momento, sembrano decisamente «insufficienti – ha detto ancora Soffiati – i 6 medici e i 25 infermieri previsti per far fronte a questa vaccinazione, così come non bastano i 6 punti vaccinali previsti in provincia». Secondo le indicazioni governative, infatti, in base alla sua popolazione la provincia di Mantova necessita di 21 punti vaccinali (1 ogni 20mila abitanti), 21 medici, 80 infermieri, 20 amministrativi e 40 osa, operatori socio assistenziali. Altro aspetto da non sottovalutare è quello degli spazi fisici per la somministrazione del vaccino, come tensostrutture e altro ancora. Per quanto riguarda i super frigoriferi, al momento in provincia di Mantova ce n’è uno solo all’ospedale Carlo Poma, ma dovrebbero arrivarne altri due. Urgente anche il problema dello stoccaggio delle dosi di vaccino; serve un luogo sicuro, in tutti i sensi, in cui conservarlo. Dal canto suo Donata Negrini ha ricordato come la preoccupazione per la capacità della regione e d Ats di gestire questa campagna vaccinale epocale derivi da «inefficienze pregresse – ha detto – emerse con la campagna vaccinale anti influenzale».