“APERITIVI D’ARTE” La contemporaneità della musica secondo Giovanni Sollima

giogioi

Mantova “Tutto è suono” è il titolo dell’ultimo appuntamento con gli “Aperitivi d’Arte”, ieri tenutosi nella Sala delle Capriate in piazza Leon Battisti Alberti. I protagonisti del dibattito sono stati il musicista Giovanni Sollima e il divulgatore, nonché compositore,  Francesco Antonioni ,voce radiofonica di Rai Radio3. Così si è conclusa la prima stagione dell’esperimento espressivo ideato da Oficina Ocm – come sottolineato dal direttore artistico Carlo Fabiano – che ha registrato un grande interesse da parte del pubblico. E il tutto esaurito in più di una occasione. Come, ad esempio, ieri sera. Trattando, appunto, di componimenti, si è partiti dal concetto, o se si preferisce dalla definizione, di musica contemporanea. Aprendo la prospettiva a tante possibili risposte, iniziando dal presupposto che ad oggi siano tante e varie le possibili voci narrative in un contesto, a differenza di ciò che accadeva anni fa. Allora il contemporaneo  può comprendere, secondo Sollima, da Bach ai Pink Floyd: si tratta pur sempre di musica popolare, semplicemente collocata in epoche diverse. E la musica è legata alla comunità tanto quanto il cibo o il linguaggio: per questo il violoncellista siciliano raccoglie testimonianze di canti popolari  – perché sopra la musica aleggia la componente vocale – ed è arrivato a una rassegna di circa 40.000 esemplari, anche fatti di frammenti, ma comunque di grande significato. Essere legato al tempo presente, più che alla contemporaneità, si può riassumere con la velocità di trasmissione di un suono attualmente permessa dai social, così come dall’ascolto dei belati di un gregge, in un luogo solitario. Qualsiasi cosa, tutto e il suo contrario. Basta saper ascoltare. E non legare la musica per forza a un genere, a una etichetta, Anche se una distinzione fondamentale nei secoli è pur avvenuta: chi ascoltava Mozart non poteva certo pensare di poter udire l’esecuzione di un suo brano in qualche maniera riprodotta: l’esibizione poteva avvenire solo dal vivo. Oggi si è forse più abituati, invece, alla fruizione di una registrazione musicale, rispetto allo spettacolo live. Dal punto di vista tecnico una esperienza assai differente. Che, possiamo aggiungere, da una parte si perfeziona attraverso impianti stereo sempre più ricercati, dall’altra si va ampliando all’utilizzo dei cellulari, che di sicuro non garantiscono la massima percezione di un’opera musicale. Certo, per Sollima è tutto diverso: a lui piace l’idea della partitura, perché la guarda e la sente. Ma non per tutti funziona esattamente così. Dopo gli “Aperitivi d’arte” Giovanni Sollima sarà questa sera interprete del concerto conclusivo della trentesima stagione “Tempo d’Orchestra”. alle 20.45 al Teatro Sociale. E poi ci si può iniziare a preparare per le imminenti Trame Sonore, dal 31 maggio.