Bach e dintorni con Matteo Venturini: accenti italiani nella Fantasia tedesca per organo

MANTOVA Dopo il successo dell’esordio, nuova affermazione, venerdì pomeriggio, per l’Ottobre Organistico del Conservatorio con il brillante concerto di Matteo Venturini all’organo Ghilardi dell’Auditorium “G. Cavazzoni” del “Lucio Campiani”. Particolarmente interessante il programma scelto per il secondo appuntamento della rassegna, giunta alla sua quinta edizione, incentrato sull’evoluzione stilistica della Fantasia barocca per organo nella Germania del nord, con una specifica attenzione all’influenza dello stile italiano sulla prassi compositiva degli autori di quell’area. Tracce, queste, ancora relativamente limitate nelle pagine di Matthias Weckmann (1616-1674), proposte da Matteo Venturini, che rivelano un’acuta propensione alla ricerca dell’estensione espressiva dello strumento attraverso la reiterazione di nuclei tematici e improvvisi sfoggi di virtuosismo. Una scrittura basata sulla solida tradizione germanica, ma in cui evidenti si rivelano i contrasti, tra l’esuberanza della Fantasia Ex d e il tono pastorale del Magnificat II, rappresentati da Weckmann secondo un andamento che può apparire frammentario. Ben diversa la consistenza organica della Fantasia e Fuga in sol min. BWV 542 di Johann Sebastian Bach (1685-1750) in cui nessun elemento appare fine a se stesso e ognuno si pone al servizio del senso unitario, complessivo della composizione. Pregevole l’interpretazione offerta da Matteo Venturini dell’intensità descrittiva di questa mirabile opera bachiana in cui i toni drammatici si combinano con audaci sviluppi armonici, ispirate linee tematiche e rilevanti esigenze tecniche imposte dal vorticoso fiume in piena dell’intreccio fugato. L’ulteriore passo cronologico indicato dal programma del concerto ha portato all’incontro con la musica di Johann Gottfried Müthel (1728-1755), autore oggigiorno poco eseguito, ma che con il suo stile estroverso, incline sia alla cantabilità, sia all’effetto virtuosistico, rappresenta la fase di passaggio dal periodo barocco a quello della corrente dello Sturm und Drang. Una piacevole scoperta le sue opere animate da contrapposizioni tra le sonorità delle tastiere, ampio utilizzo anche virtuosistico della pedaliera e degli abbellimenti, intreccio di progressioni armoniche di chiaro stampo italico e dal tipico gusto brillantemente spettacolare del Settecento. L’apprezzamento e i lunghi, meritati applausi del pubblico hanno salutato le interpretazioni offerte da Matteo Venturini di questo programma sapiente nel combinare il piacere della grande musica con la comunicazione di competente conoscenza, concluso in bellezza con una Fantasia in F di Müthel, gradito fuori programma. (gmp)