I FUGGIASCHI SI RACCONTANO E RICORDANO GLI ANNI SESSANTA

MANTOVA Un percorso nella musica e nelle atmosfere degli anni Sessanta, ricchi di prospettive, cambiamenti, fatti storici: questo è stato l’incontro con il gruppo musicale dei Fuggiaschi, protagonista ieri sera presso l’Auditorium del Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova. Partendo dal libro scritto da Guido Mario Pavesi “Gli anni belli dei Fuggiaschi” è stato possibile tracciare, coadiuvati dal giornalista Werther Gorni, il periodo degli esordi e poi di grande popolarità della band. Che si è mossa, come specificato da Pavesi, in un’epoca rimasta bella per tutti, perché ricca di vere prospettive. E di mutamenti, spesso veicolati proprio dalla musica. Così Guido Mario ricorda l’acquisto della prima chitarra, di ottima fattura per riprodurre il suono del gruppo inglese degli Shadows, l’incontro con Don Backy, le tournée. E poi la morte del fratello Aldo, cui è stata dedicata la serata.
Prima dei Fuggiaschi il nome della band era Delfini, allora in voga. Ma un giorno giunse al Faro della danza Celentano, con Don Backy. Quest’ultimo scelse i Fuggiaschi come gruppo con cui accompagnare le serate. Da lì la grande svolta. Grazie a Don Backy i giovani musicisti incidono anche il loro primo disco, dal poco cauto titolo “Droga”. La censura del tempo rende la canzone quasi introvabile.
Nel 1965, dopo la scomparsa di Aldo, si uniscono alla band Carlo Alberto Paterlini e Maurizio Bellini. Si succedono i racconti dell’inseguimento dei Beatles, da Genova a Roma, dei viaggi mirabolanti e delle permanenze in lussuosi hotel. Anche qualche errore durante il tragitto, come non aver concesso a Celentano di interpretare il brano “Proprio lei”. Ma qualche sbaglio capita. Anche perché l’attività dei Fuggiaschi si è sempre basata su un preciso presupposto: Pavesi, Maurizio Bellini, Charlie Paterlini, Claudio Paterlini e Rinaldo Schilingi hanno portato avanti la carriera artistica finché è stato possibile divertirsi. Poi ciascuno ha intrapreso strade diverse. Tornando, negli ultimi anni, a tenere eventi e concerti. Mantenendo lo stesso spirito di un tempo. In mezzo passano episodi come la morte di John Kennedy, dramma che fece annullare anche a Mantova una serata dell’Unione Goliardica Mantovana, le contestazioni del 1968 e molto altro. Di cui ancora oggi restano importanti tracce, a testimonianza di un decennio complesso e irripetibile. Ilperf