La storia del profumo ammalia i visitatori del Mantova Outlet

BAGNOLO Sono molto soddisfatti gli organizzatori della mostra fotografica “Coco, Audrey, Jackie: lo stile senza tempo. Fotografie di Mark Shaw, la prima personale italiana di Mark Shaw, che oggi, in occasione dell’ultimo giorno di apertura, hanno organizzato un’experience sensoriale attraverso un percorso olfattivo riferito ai grandi profumi femminili del ‘900 presentati da Andrea Bissoli Rubini di Mirem Profumeria 1938 di Mantova.

Bissoli Rubini ha ripercorso la storia dell’arte profumiera dai tempi antichi ad oggi. Già nel 1828 a Parigi apre Guerlain. Nei primi anni del 1900 la produzione del profumo inizia ad indirizzarsi a tutte le classi sociali, mentre prima era riservata solo alle classi nobili. La nuova profumeria moderna si sviluppa con l’arrivo di nuove materie prime.

Bissoli Rubini è partito da Coco Chanel che nel 1921 chiese al suo profumiere una fragranza che sapesse di donna e non di rosa. Il profumiere gliene propose molte e lei scelse il numero 5 e lo chiamò come la formula di laboratorio N.5. Il risultato è un profumo di donna. Chanel N.5 compirà 100 anni tra due anni. Grazie a lei il profumo diventa una forma di arte astratta. Si racconta che Marilyn andasse a letto solo con qualche goccia di Chanel N.5 e la stessa Chanel dicesse di mettete il profumo dove si voleva essere baciate. Nel 1924 nasce anche la versione toelette.

Nel 1929 viene presentato Joy, il profumo più costoso e prezioso al mondo, prodotto dal couturier Jean Patou, che contiene in 30 ml 10 mila petali di gelsomino e 28 dozzine di rose.

Negli anni 1940 i profumi iniziano ad essere più diretti e provocanti in linea con l’immagine della donna di quel tempo.

 

Nel 1944 viene prodotto un profumo nuovo creato da Germaine Celier che rivoluzionò la profumeria. Era un’autodidatta e quindi aveva un approccio diverso. Nacque un profumo di carattere, per donne grintose: Bandit.

Nel 1949 la stessa creatrice realizza il profumo giudicato un’ode all’erotismo e alla femminilità che incarna l’archetipo di fragranze alla tuberosa negli anni poi a venire: Fracas. La materia prima che lo caratterizza è la tuberosa un fiore bianco con un profumo inebriante. È il profumo preferito da grandi dive come Madonna, Brigitte Bardot e Courtney Love.

Nei primi anni Cinquanta Edmond Roudnitska, considerato padre della profumeria moderna, crea una serie di profumi iconici con il marchio Dior. Il profumiere riesce a evocare il profumo del mughetto senza poter utilizzare la sua distillazione naturale, avvalendosi di altre materie prime. Rispetto alla sensualità di Fracas, qui appare un altro tipo di donna che all’opulenza contrappone un’identità vivace e briosa. Nasce Diorissimo.

Nel 1970 viene presentato l’ultimo profumo creato assieme a Gabrielle Chanel, che vuole rompere i ponti con il passato. Nasce N.19 che utilizza come materia prima il galbano, una pianta che arriva dalla Persia, e la preziosa radice di iris che viene dalla Toscana. Un profumo energizzante e di gran carattere come tutti i profumi degli anni 70.

Nel 1977 nasce Opium che segna un punto di svolta nell’arte della profumeria. Qui l’Oriente crea un trend su un nuovo tipo di stile di profumeria fatto di presenza e impatto. Il profumo non deve più essere discreto ma deve farsi riconoscere in maniera importante. Da qui la storia del profumo caratterizza il ruolo sociale dello stesso: non più intimo e personale ma riconoscibile e predominante. 30.000 visitatori e 4 eventi collaterali in 63 giorni di esposizione.