Test sierologici ceduti dal Comune di Porto, la Lega: “Gestione irrispettosa nei confronti dei cittadini”

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PORTO – Non accennano a placarsi le polemiche dopo la decisione dell’amministrazione di Porto Mantovano, ratificata nella delibera di giunta dello scorso sabato, di “regalare” 3mila test sierologici (su un totale di 4mila) ricevuti a propria volta in dono dal Centro Polispecialistico “Armonia” al Comune di Curtatone. A sollevare la questione era stato il presidente del circolo territoriale di Fratelli d’Italia,  Salvatore Scalia , definendo la scelta dell’amministrazione «irrispettosa nei confronti dei cittadini portuensi». Sulla vicenda si è scatenato un vero vespaio politico. Se il M5S ha presentato una mozione di censura nei confronti di sindaco e giunta, Italia Viva, che a Porto è forza di maggioranza, s’è affrettata a dissociarsi dalla delibera con cui la giunta Salvarani ha deciso di cedere al sindaco di Curtatone  Carlo Bottani  tre quarti dei sierologici. Ieri è intervenuto anche il gruppo consigliare Lega Salvini Premier. «La gestione da parte dell’amministrazione di Porto Mantovano dei test pungidito per la rilevazione del Covid-19 donati dall’Armonia (4.000 unità per un valore di 40mila euro) ci pare quantomeno grottesca – dichiarano i consiglieri del Carroccio -. I fatti dicono che 300 test sono stati destinati alle associazioni che hanno risposto positivamente e che 3.000 sono stati donati a Curtatone (i restanti 700 rimarranno in dote al Comune di Porto). A nostro parere l’inerzia dell’amministrazione è inaccettabile e altrettanto inconsistenti e tragicamente ridicole appaiono le motivazioni che hanno portato ad offrire i test al Comune di Curtatone, che nella lotta alla pandemia si dimostra in prima linea con i fatti e non solo con i proclami. Viceversa qui a Porto notiamo un’indifferenza per la prevenzione e un modo di operare macchinoso e spesso irresoluto. Il caso dei test arrivati a costo zero lo dimostra ampiamente: anziché farne buon uso per dare modo ai cittadini di verificare il loro stato di salute, i nostri amministratori hanno preferito vestire i panni dei “buoni samaritani” e cederli a un altro Ente».

Matteo Vincenzi