Le pianiste Flavia Bolognesi e Livia Gatto emozionano

MANTOVA Pienamente riuscita la serata musicale culturale ad invito dal titolo “Quattro mani e un pianoforte” organizzata dall’avvocato Riccardo Bolognesi del Foro di Roma.
Il concerto si è tenuto giovedì nello stupendo teatro del Bibiena.
Sono state due ore di musica vera con le brave pianiste Flavia Bolognesi e Livia Gatto.
Con i loro virtuosismi alla tastiera hanno affascinato il pubblico dei convenuti che in alcuni momenti dell’esibizione sono rimasti letteralmente a bocca aperta.
Due pianiste a confronto, due scuole generazionali di vere artiste.
Flavia Bolognesi diplomata nel 1983 al Conservatorio “Briccialdi” di Terni, svolge attività di concertista, oltre che da solista, in duo pianistico, in formazioni cameristiche. Da più di 40 anni coordina le attività concertistiche e la Scuola di Musica dell’Associazione Musicale “Impronta Sonora” presso cui è anche insegnante di pianoforte e solfeggio. E’ inoltre docente di pianoforte presso la scuola media ad indirizzo musicale Cornelio Tacito di Roma.
Livia Gatto, classe 1997, inizia lo studio del pianoforte all’età di 6 anni. Nel 2013, a soli 16 anni vince il primo premio al Concorso Internazionale Jacopo Napoli. Si diploma col massimo dei voti e la lode al Conservatorio S. Cecilia di Roma. A settembre 2019 partecipa al Concorso Nazionale “La Palma d’Oro” vincendo il terzo premio. Oltre all’attività da solista, si dedica al repertorio cameristico informazione di duo e trio.
Flavia ha proposto pezzi di Chopin, Liszt e Debussy mentre Livia ha spaziato da Ravel a Wagner/Liszt.
Tutte le performances sono state applaudite a lungo da parte dei presenti sino ad arrivare ad una ovazione sincera quando Flavia e Livia hanno suonato la “Petite suite” di Debussy per pianoforte a quattro mani, tanto più che al termine gli spettatori hanno chiesto il bis a viva voce.
Flavia e Livia, due musiciste a tutto tondo, brave a stupire “estraendo” il suono dalla tastiera restituendolo con brividi ai presenti in un Bibiena che ha elogiato il loro modo di essere pianiste che sono riuscite a far vivere alla fortunata platea una dimensione sognante, a volte calma e a volte agitata, ma incessantemente collegata a un’aria interiore avvertita, condivisa e fatta propria in maniera autentica da parte dei presenti.
In sunto, Flavia e Livia, madre e figlia, hanno emozionato moltissimo.
Giuseppe Sabbadini