Lecturae Dantis a Casa Andreasi

MANTOVA Da lunedì 14 a giovedì 17 novembre alle ore 17 a Casa Andreasi il prof. Rodolfo Signorini lege e commenta gli ultimi sublimi Canti del Paradiso. 
Gli ultimi quattro Canti del Paradiso si svolgono nel Cielo decimo: l’Empireo

, ove risiedono Dio, gli angeli e tutti i beati. Siamo nella notte del 31 marzo o 14 aprile 1300.
L’empireo è il Cielo costituito di pura luce intellettuale e di amore spirituale, senza limitazioni fisiche e di spazio. Qui è Dio nella sua essenza, qui hanno effettiva sede i beati e gli angeli, questo è il vero ed eterno Paradiso. Inizialmente si presenta come un fiume di luce fra due rive di splendidi fiori, quindi si rivela definitivamente come il grande lago della grazia divina intorno al quale sono disposti in anfiteatro tutti i beati: su di loro discende la luce di Dio.
 
Lunedì 14: Canto XXX – Dante vede dileguarsi i cerchi angelici; perciò si volge verso Beatrice, ma la bellezza e il riso di lei sono tali da farlo ammutolire. L’amata lo avverte che, giunti nell’Empireo, Dante vedrà gli angeli e la schiera dei beati con la figura del corpo che avranno il giorno del Giudizio universale. Improvvisamente una luce sfavillante abbaglia gli occhi del poeta e Beatrice gli spiega che si tratta del fulgore dell’amore di Dio, necessario per rinvigorire la capacità visiva di Dante e renderla adatta a sostenere lo splendore di qualsiasi luce. Dante vede il fiume di luce trasformarsi nel cerchio della Candida Rosa e i fiori e le faville in eserciti di beati e di angeli. Al centro della rosa, Beatrice mostra a Dante l’ampiezza della città celeste e i seggi su cui siedono i beati, alcuni dei quali ancora vuoti. Uno di questi è destinato allo spirito di Arrigo VII, il quale, divenuto imperatore, tenterà di pacificare l’Italia. Beatrice pronuncia infine un’apostrofe contro la cupidigia degli uomini e la malvagità di Clemente V e di Bonifacio VIII.
Martedì 15: Canto XXXI – Dante ammira la schiera dei beati disposti a forma di candida rosa ed è stupito e felice di poter ammirare tanta grandiosità e bellezza e contempla la rosa dei beati scrutandola in ogni direzione e guardando i volti luminosi degli spiriti sorridenti e pieni di carità. Desideroso di spiegazioni, il poeta si volta verso Beatrice, ma al suo posto è subentrato San Bernardo, venuto a esaudire le sue richieste. La donna amata è tornata a sedere sul seggio della terza fila della rosa candida. Dante, sollevando lo sguardo, la vede, nonostante la distanza, in tutto il suo splendore. San Bernardo esorta il poeta a guardare verso il punto più alto della rosa dei beati, dove vedrà la Vergine, per intercessione della quale sosterrà la visione di Dio.
Mercoledì 16: Canto XXXII  – San Bernardo descrive a Dante la disposizione dei beati nella candida rosa: Eva, Rachele, seduta accanto a Beatrice, Sara, Rebecca, Giuditta e Ruth. Mostra poi altre anime di donne ebree che formano una linea divisoria tra gli spiriti che vissero prima di Cristo e dopo di Lui. Dalla parte opposta della rosa la linea continua con la fila dei seggi dei santi Giovanni Battista, Francesco, Benedetto, Agostino e altri. San Bernardo gli rivela che, quando Dio crea le anime, infonde loro la grazia in misura diversa.
Giovedì 17: Canto XXXIII – San Bernardo rivolge la famosa e sublime preghiera alla Vergine Maria esaltando la sua figura di donna e di madre del Cristo nonché la sua privilegiata posizione d’intermediaria tra l’uomo e Dio. II poeta afferma che da questo momento in poi le parole non possono esprimere quanto i suoi occhi hanno potuto vedere, nè la memoria e capace di conservarlo in sè, anche se nel cuore gli è rimasta la sensazione di dolcezza che ne è derivata. Dante chiede quindi a Dio l’aiuto necessario per poter narrare almeno una scintilla della sua gloria: quanto più il poeta fissava Dio, tanto maggiore era il desiderio di ammirarlo, al punto che diveniva impossibile distoglierne lo sguardo.