Mantova, 5 cose che so di lei: un’inedita guida alla città dei tre laghi

MANTOVA Il fervente amore per una città e un tono di satirica autoironia sono i due ingredienti fondamentali di “Mantova, 5 cose che so di lei”, prima pubblicazione del giornalista e guida turistica Giacomo Cecchin.
Presso la Sala Peppino Impastato della Biblioteca Baratta si svolge l’incontro di presentazione del libro, con Cecchin affiancato dall’editore Sometti e da Fabio Veneri, docente universitario presso l’università di Brescia.
Il testo di Cecchin viene rievocato fin nella sua struttura “sparsa” dallo sviluppo altrettanto spontaneo dell’evento, in cui i tre intellettuali intrattengono una chiacchierata culturale che scorre da una prima domanda a una prima deviazione e da quest’ultima a nuovi argomenti ancora: si passa dalla nascita del progetto narrativo alle buffe reazioni dei lettori, dalla discussione dei futuri progetti di Cecchin (come ad esempio l’idea di una “passeggiata anarchica” per le vie del centro storico) alla lettura di brevi passaggi delle cinquine.
L’idea del libro mi è venuta nel 2016, racconta Cecchin, quando Mantova è nominata capitale della cultura. Ho cominciato per divertimento ad elaborare brevi elenchi di 5 elementi su qualunque aspetto mi colpisse di Mantova, arrivando a raccogliere più di un centinaio di tematiche diverse. Ho poi diffuso queste cinquine sul mio blog mantovastoria, arrivando solo in seguito a parlare con Sometti della possibilità di farne un libro.
Il successo di Cecchin è dunque una collezione di aneddoti storici, scorci segreti e nuove prospettive da cui riconsiderare la nostra città, in uno stile leggero e umoristico che rispecchia l’idea chiave del progetto e che rende così speciale questa guida romanzesca: la tentazione di creare a partire da quelle di Cecchin personali cinquine su Mantova e i mantovani, con l’effetto di disegnare così una personalissima mappa del centro storico. Il suggerimento implicito dell’autore è chiaramente di rinfrescare la vista sulla realtà che ci circonda e di tornare a passeggiare per le strade del centro storico, questa volta soffermandoci anche sui dettagli meno in vista.

Cecilia Volpi