Tempo d’Orchestra. Quartetto Prometeo ed Enrico Bronzi splendidi interpreti di Ravel e Schubert al Bibiena

MANTOVA Gioielli della musica da camera e interpreti eccellenti sono la chiave del brillantissimo successo riscosso dall’appuntamento di martedì sera, al Bibiena, per la stagione concertistica Tempo d’Orchestra. Due capolavori del repertorio cameristico per archi – il Quartetto per archi in fa magg. di Maurice Ravel (1875-1937) e il Quintetto per archi in do magg. op. 163, D. 956 di Franz Schubert (1797-1828) – hanno trovato nell’interpretazione del Quartetto Prometeo ed Enrico Bronzi una rappresentazione di straordinaria lucidità analitica e intensa espressività che ha regalato un’occasione d’ascolto particolarmente interessante ed avvincente. Decisamente utile per una più approfondita chiave di lettura del concerto, l’incontro del giorno precedente, nel foyer del Teatro Sociale per la rassegna ParoleNote, durante il quale i musicisti hanno spiegato come hanno indirizzato l’approccio al programma. Il loro sguardo analiticamente competente sull’opera di Ravel ha posto in evidenza l’importanza degli effetti coloristici, la raffinatezza dei timbri, i caratteri contrastanti dei temi elegiaci e la libertà ritmica che la caratterizzano e a cui puntualmente si sono attenuti Giulio Rovighi, Aldo Campagnari, Danusha Waskiewicz e Francesco Dillon nella sensibile, accuratissima esecuzione al Bibiena. È un mondo decisamente lontano, ma altrettanto prezioso e avvincente quello di Schubert e del suo Quintetto che, con l’inserimento nell’organico di un altro violoncello, consente un ampliamento delle coloriture strumentali, particolarmente decise nei toni corposi e drammatici. La lettura proposta da Enrico Bronzi in sinergia con il Quartetto Prometeo ha approfondito gli aspetti peculiari del linguaggio armonico utilizzato da Schubert per rinnovare continuamente la ripetitività dei soggetti tematici, curando con meticolosa precisione i contrasti che sono base determinante dell’estetica schubertiana. Il dualismo amore – dolore, il gioco incalzante tra opposti diventano strumenti dell’emozione di uno svolgimento sonoro in continuo divenire che sorprende senza sosta e tocca decisamente la sensibilità dell’ascoltatore. Altrettanto incisiva si è rivelata l’attenzione di Enrico Bronzi e del Quartetto Prometeo all’aspetto ritmico che, anche nel Quintetto, si conferma radice profonda della tormentata sensibilità di Schubert. L’entusiastica approvazione del pubblico è il meritato riconoscimento dell’eccellente qualità tecnica e interpretativa dei protagonisti di un concerto bellissimo concluso tra gli applausi supplementari per l’Andante dal Divertimento per archi in fa magg. K.138 di Mozart, apprezzato fuori programma. (gmp)