Alessandro Fadini, pattini d’oro al Mantova Outlet Village

MANTOVA Ventuno anni, veronese, ai vertici del pattinaggio artistico italiano e non solo. Alessandro Fadini oggi sarà uno dei protagonisti sulla pista di pattinaggio del Mantova Outlet Village.

Alessandro, come ti sei avvicinato al pattinaggio artistico?

“Per caso. In occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, tornavo a casa da un allenamento in piscina perché allora facevo nuoto e mi sono fermato davanti alla televisione con mio padre. Lui è un appassionato di sci e stava aspettando una discesa. Nel frattempo stavano trasmettendo una gara di pattinaggio artistico. Mi sono detto: ecco, questo è quello che voglio fare. Ho iniziato un anno dopo, prima con le rotelle. A Verona non ci sono impianti su ghiaccio, i miei genitori non potevano accompagnarmi fuori per motivi di lavoro, per fortuna si sono resi disponibili i miei nonni. Però c’è voluto del tempo per organizzarci”.

Ti hanno mai chiesto perché il pattinaggio artistico, uno sport ritenuto più femminile?

“Nel corso degli anni ho incontrato diverse persone che mi hanno posto questa domanda. È il mio sport e io non l’ho mai pensato con una differenza di genere. Agli esordi della disciplina erano le donne a non poter gareggiare, solo successivamente è diventato uno sport più femminile che maschile. In realtà servono tanta potenza e forza fisica. Molte ragazze, crescendo, abbandonano proprio perché mancano di forza. Da piccoli è più facile, crescendo devi adattarti ai cambiamenti del corpo e questo adattamento, per noi uomini, è più semplice”.

Come si svolge la tua giornata tipo?

“La mattina mi alleno tre ore sul ghiaccio, a ridosso delle competizioni mi concentro sui programmi da presentare oppure mi dedico alla tecnica dei salti. Poi un’ora e mezzo in palestra, un paio di volte la settimana faccio danza. Da quattro anni vivo a Cavalese, nel week end se non sono in giro per le gare torno a casa, a Verona”.

Sei molto attento all’alimentazione?

“Sì. Per diversi anni sono stato seguito da un preparatore atletico che curava anche la mia alimentazione. Ho imparato molto. Se fin da piccolo ti insegnano a mangiare in modo sano poi diventa la normalità e non si fanno grandi sacrifici. Certo, non posso mangiare una pizza al giorno, un paio di volte al mese per me sono già tante”.

Cosa diresti a un bambino per convincerlo ad avvicinarsi al pattinaggio artistico?

“Non servono tante parole. È uno sport che affascina, basta guardarlo. Per questo lo inviterei piuttosto a vedere una gara. Ci dicono che con le nostre evoluzioni sembra che voliamo sul ghiaccio. Io ho iniziato a 9 anni però solitamente si comincia molto prima, intorno ai 4-5 anni. A quell’età è importante comunque che i bambini si divertano”.

Qual è il tuo sogno?

“Come ogni atleta, credo, partecipare alle Olimpiadi. Quelle di Milano-Cortina sarebbero un sogno immenso. Prima però c’è un’altra edizione, a Pechino. A livello tecnico, il pattinaggio artistico evolve rapidamente. Vedremo cosa succede con il passare degli anni”.

Oltre al pattinaggio, quali sono le tue passioni?

“Vivendo ‘al freddo’ sicuramente il mare e, più in generale, viaggiare, conoscere persone, culture e lingue differenti”.

E lo studio?

“La scuola, per me, è sempre stata molto importante. Con i miei genitori avevo un compromesso: per andare a pattinare dovevo essere bravo a scuola. Ho preso la maturità linguistica. Fino al secondo anno ho frequentato il liceo normalmente: la mattina a scuola, il pomeriggio allenamento fino alle ore 19,30 e poi tornavo a casa a fare i compiti. Dal terzo al quinto anno, invece, mi sono iscritto a una scuola privata che mi ha permesso di conciliare meglio studio e sport. Mi allenavo la mattina fino alle ore 15 e poi avevo le mie cinque ore di corsi online. Adesso sono iscritto all’Università, a Verona, studio lingue. Però forse cambierò corso triennale per dedicarmi al Management Internazionale. Semmai continuerò a dedicarmi alle lingue per conto mio. Adesso, oltre all’italiano, parlo inglese, francese e spagnolo e sto seguendo un corso di russo”. 

Oltre alla lingua del ghiaccio.